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Corso Vittorio Emanuele II di Torino: il viale del centro città

Da Alessandro Maldera

Gennaio 12, 2024

Il corso Vittorio Emanuele II è una delle principali arterie della città di Torino. Lungo 4,2 km, attraversa il centro storico e unisce la città da est ad ovest. Segue la stessa del cardo massimo dell’insediamento edificato in epoca romana. Inizia dall’incrocio con corso Fratelli Cairoli, termina in piazza Rivoli.

Nel 1882 il viale prese il nome di Vittorio Emanuele II, che precedentemente era denominato “viale del Re. La parte più antica del corso è costeggiata da due file dei tipici portici torinesi con molti negozi ed attività commerciali.

Evoluzione storica

Il primitivo viale nacque per esigenze di collegamento viario dalla Stazione di Porta Nuova. Una porta realizzata durante il primo ampliamento del centro storico della capitale sabauda del 1620, fino al Lungo Po. Il collegamento viario avrebbe costeggiato la parte settentrionale del parco (oggi Parco del Valentino) della residenza estiva di Casa Savoia presso il Castello del Valentino (1660). Tuttavia, all’epoca, le carrozze utilizzavano il percorso di via Nizza e viale del Valentino (l’odierno corso Guglielmo Marconi). Invece per una modesta via carrabile si dovrà attendere ancora qualche decennio.

Nel 1840, sul fiume Po fu costruito il Ponte Maria Teresa (poi diventato Ponte Umberto I nel 1908), connettendo così l’altra sponda (Borgo del Rubatto, oggi Borgo Crimea). Il tratto di questo corso, chiamato “Vittorio Emanuele oltre Po“, negli anni 1920 venne intitolato alla città di Fiume.

Per un vero e proprio “viale” bisogna arrivare al XIX secolo, quando la città superò l’antico perimetro delle mura. La parte più antica dell’arteria, dalla stazione ferroviaria al fiume, è stata aperta nel 1814 con il nome di “Viale del Re”, poi rinominata in “Corso del Re“. Con la reggenza di Carlo Felice di Savoia, la nuova arteria prese forma, ampliata con lo sviluppo urbano del 1835-1845, col contributo dell’architetto Carlo Promis. Verso occidente, invece, il viale portava fino al Largo del Re (attuale Piazza Carlo Felice) per poi giungere nei pressi dell’attuale piazza d’Armi. All’epoca, situata nel rione San Secondo (zona corso Galileo Ferraris-Matteotti-via Volta-via Camerana-via Assietta). Con il passare degli anni, il viale proseguì il tracciato verso occidente fino ad arrivare, intorno al 1920, ad incrociare corso Francia in piazza Rivoli.

Il percorso di corso Vittorio Emanuele a Torino

Dal Po fino a Porta Nuova

Partendo da oriente, il corso inizia dal ponte Umberto I sul fiume Po. Rinominazione del 1907 di Ponte Maria Teresa del 1840, che connette l’altra sponda del fiume. Qui, era situato il cosiddetto Borgo del Rubatto (poi chiamato Borgo Crimea). Il ponte fu temporaneamente arricchito di ulteriori opere di decorazione in occasione dell’Esposizione internazionale di Torino (1911). Più a occidente, il viale costeggia il parco del Valentino, sorto nel 1630-1660 come giardino reale della residenza del Castello del Valentino di Casa Savoia. Opera di Carlo di Castellamonte ed Amedeo di Castellamonte, ma abbellito significativamente nel XIX secolo, secondo il progetto del paesaggista francese Barrillet-Dechamps. Spicca vicino al ponte l’Arco monumentale all’Arma di Artiglieria, opera di Pietro Canonica del 1930, sotto cui si trova la statua dedicata a Santa Barbara. All’angolo di corso Massimo d’Azeglio invece, nel 1936 fu posizionata la statua dedicata a D’Azeglio. Un’opera del 1873 di Alfonso Balzico e precedentemente posizionata in piazza Carlo Felice, nei giardini Sambuy.

Lato Centro

Proseguendo il tratto sino alla stazione di Porta Nuova, il viale lascia sulla sua sinistra il quartiere San Salvario e sulla destra lo storico Borgo Nuovo. In particolare, quest’ultimo quartiere sorse dopo la Restaurazione (dopo il 1814) e destinato alla nobiltà torinese.

Dal centro storico al museo del Carcere “Le Nuove”

Con il centro storico sulla destra, si arriva alla storica stazione di Torino Porta Nuova. Qui si incontra piazza Carlo Felice, antico Largo del Re, con l’inizio dell’asse di via Roma. La piazza progettata nel 1861, ad opera dell’architetto francese Jean-Pierre Barillet-Deschamps, e coinvolse la nascente stazione ferroviaria (opera di Alessandro Mazzucchetti e Carlo Ceppi, periodo 1853-1864).

La continuità dei portici della piazza e del viale furono già progetto di Carlo Promis. Con la successiva collaborazione di Giuseppe Leoni e Giuseppe Frizzi, più Barnaba Panizza per la parte verso via Lagrange. Particolare attenzione merita l’elegante ingresso porticato della via XX Settembre, l’accesso verso il duomo cittadino e Palazzo Reale. I portici verso occidente sono costruiti a seconda dei palazzi già presenti, sempre sullo stile dell’eclettico tipico dell’Ottocento. Un misto al liberty torinese degli anni 1910, andando a costituire un anello pedonale che si chiude con Corso Vinzaglio, nei pressi della stazione di Torino Porta Susa del 1856.

La statua del re

All’incrocio con corso Galileo Ferraris svetta il monumento del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II, da cui il viale prende il nome. La statua alta 39 metri è di Pietro Cossa, qui collocata il 9 settembre nel 1899, ed è una testimonianza tangibile dell’unità del paese. La figura del Re gentiluomo sovrasta l’intera struttura, reggendo con la mano destra un elmo piumato e appoggiando con la sinistra una spada d’ordinanza. Ai piedi della statua, un tappeto si estende seguendo i suoi passi, adornato da diversi blasoni. Il monumento è sostenuto da quattro colonne doriche, ognuna delle quali è affiancata da una statua rappresentante i valori simbolici dell’unità, della libertà, della fratellanza e del lavoro. Inoltre, alla base della scultura, su ogni angolo, si trovano delle aquile con scudo.

Le vecchie carceri di Torino

Continuando verso occidente, si arriva all’area dell’ex carcere “Le Nuove“, ora un museo. Inizialmente, l’edificio era destinato ad ospitare uomini e donne condannati a massimo un anno di reclusione per microcriminalità. Nel corso degli anni, però, Le Nuove ha visto passare una varietà di detenuti. Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, il carcere ospitò disertori di guerra e dissidenti politici. E nel periodo del “biennio rosso” (1919-1920), vi furono rinchiusi gli attori delle lotte operaie e contadine. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la struttura fu utilizzata per imprigionare partigiani, antifascisti, ebrei, condannati a morte e deportati. Inoltre la prigione fu utilizzata dalle SS tedesche per torturare i prigionieri. Dopo la guerra, vi furono rinchiusi anche fascisti e collaborazionisti del Regime. Più recentemente la prigione ha ospitato terroristi, mafiosi e tangentisti. Negli anni ’80, con la costruzione della nuova prigione nuovo carcere “Lorusso e Cutugno” nel quartiere delle Vallette, Le Nuove cambiarono destinazione, diventando Museo delle Carceri di Torino.

Ultimo tratto occidentale di corso Vittorio Emanuele Torino

Nel 1952, sulle rovine dei capannoni del Birrificio Boringhieri, nacque l’attuale piazza Adriano, e il viale prolungato ancora verso occidente fino all’attuale Piazza Rivoli. Uno slargo costruito sempre negli anni cinquanta (oggi rotonda) alla confluenza con un’altra importante arteria della città, corso Francia. Rimanendo sempre nei pressi dell’ex edificio carcerario, nel 1995 sorse l’imponente Palazzo di giustizia dedicato a Bruno Caccia, opera dell’architetto Pierluigi Spadolini sul sito della demolita caserma “Pugnani e Sani“.

L’area all’incrocio con corso Bolzano è stata interessata dall’imponente scavo sotterraneo per l’interramento della ferrovia TO-MI e della stazione di Porta Susa, terminata nel 2008. Nel 2007 si diede inizio a nuovi cantieri per la costruzione del futuro Grattacielo Intesa Sanpaolo, opera di Renzo Piano, alto 167,25 metri, pochi centimetri in meno della Mole Antonelliana.

Terminato nel 2015, poco dopo la costruzione degli adiacenti giardini pubblici dedicati a Nicola Grosa. Nel 2017 dei lavori allargarono corso Inghilterra a due corsie, terminando così il lungo progetto della viabilità e facendo circolare le auto nello spazio lasciato vuoto dopo l’interramento dei binari per i treni. Corso Vittorio Emanuele è percorso per la maggior parte da molte linee di tram e autobus del trasporto pubblico cittadino; inoltre dal 2007 è attraversato dalla linea metropolitana di Torino con le tre stazioni: Porta Nuova FS, Re Umberto e Vinzaglio.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende