9 settembre 1899: viene inaugurato il monumento a re Vittorio Emanuele II a Torino

Sono passati oltre 120 anni da quando il monumento a Vittorio Emanuele II ha preso fissa dimora nell’omonimo corso nel centro storico di Torino.
L’idea di erigere la scultura commemorativa venne al figlio Umberto I il 23 gennaio 1878. Solo pochi mesi dopo la morte de padre deceduto il 9 gennaio dello stesso anno.
La donazione muraria arrivò con diverse memorabilia possedute dal primo re d’Italia e come risarcimento “morale” per i piemontesi che si videro sottrarre le spoglie sepolte a Roma. Il perché del rammarico è da ricercare nella richiesta esplicita di Vittorio Emanuele di farsi seppellire in territorio Piemontese. Assieme ai ricordi del padre Umberto I donò a Palazzo Civico un milione di Lire per la costruzione della statua.
L’incarico arrivò ufficialmente il primo aprile 1879 dalla Gazzetta ufficiale del Regno che nominava scultore Pietro Costa vincitore tra i 46 bozzetti presentati.
I lavori dovevano terminare nel 1885, ma a causa di numerose bagarre tra Costa e il Comune i lavori procedettero a rilento. Il monumento venne ultimato nel 1899: solo due anni prima della morte dello scultore.

I 39 metri di monumento sono capeggiati in alto dalla statua del Re gentiluomo che con la mano destra regge l’elmo piumato, mente la sinistra poggia sulla spada d’ordinanza.
Poco sotto un tappeto, a seguir i suoi passi, con diversi blasoni e la sigla SPQR. Il tutto retto da quattro colonne doriche con, ai loro piedi, altre 4 statue a raffigurare
- Unità
- Libertà
- Fratellanza
- Lavoro
Infine, alla base della scultura, su ogni angolo, un’aquila con scudo e su ogni scudo le date storiche che portarono all’unità dell’Italia in ordine:
- 1848 prima guerra d’indipendenza
- 1859 seconda guerra d’indipendenza (battaglie di Solferino e San Martino e armistizio con l’Austria)
- 1866 terza guerra d’indipendenza e annessione del Veneto
- 1870 breccia di Porta Pia con annessione di Roma e la fine dello stato pontificio.
L’Italia è unita.
Approfondire la figura di Vittorio Emanuele II sarebbe interessante, ma non essendo questo il luogo non mi resta che congedarmi con le parole che Edmondo de Amicis gli dedicò nel libro Cuore:
“Addio, buon re, prode re, leale re! Tu vivrai nel cuore del tuo popolo finché splenderà il sole sopra l’Italia.”