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Quartieri Militari di Torino: un’architettura militare Barocca

Da Alessandro Maldera

Aprile 24, 2024

I quartieri Militari di Torino, progettati dall’architetto Filippo Juvarra e realizzati tra 1716 e il 1728 rappresentano un importante esempio di architettura barocca. Questi complessi, costituiti da due isolati porticati utilizzati come caserme, servivano come ingresso occidentale alla città e sono ora sede del Polo 900. In questo articolo, esploreremo la storia e le caratteristiche di questi quartieri militari, evidenziando il loro ruolo nell’accresciuta forza militare dello Stato e la loro integrazione nella maglia urbana di Torino.

L’entrata Ovest di Torino

I quartieri militari disegnati da Filippo Juvarra furono commissionati da Vittorio Amedeo II, sovrano di Torino, per creare un nuovo ingresso occidentale alla città. Queste zone si trovano sull’asse principale del terzo ampliamento barocco di Torino. Con l’aumento delle forze militari dello Stato a seguito del trattato di Utrecht, era necessario ospitare un numero sempre crescente di ufficiali e truppe di fanteria. Tra cui il Reggimento di CavalleriaNizza Cavalleria” e il Reggimento di Fanteria “Regina” Quindi, questi edifici dovevano fungere da ingresso per coloro che arrivavano dalla Francia, guidando i visitatori verso il centro storico.

Attraversando la contrada di Porta Susina, oggi conosciuta come via del Carmine, i visitatori giungevano alla piazza Susina, situata nel centro dell’ampliamento ovest, ora piazza Savoia. Proseguendo lungo la via del Senato e attraversando la via Porta Palazzo, oggi via Milano, accanto al Palazzo di Città, si raggiungeva infine la piazza Castello, cuore della città.

Una porta monumentale mai realizzata

Il progetto originale di Michele Garove prevedeva una porta monumentale con un ampio spazio ellittico centrale e scalinate. Il prospetto aulico, rivolto verso l’esterno, richiamava la tradizione delle porte urbane descritta nel Theatrum Sabaudiae. Inoltre,l’architetto aveva progettato un grande viale che collegava la porta al Castello di Rivoli.

Dopo la morte improvvisa di Garove, Filippo Juvarra nel 1714 fu chiamato a Torino da Vittorio Amedeo II per riprendere il progetto dell’ampliamento occidentale. Sebbene le lottizzazioni degli isolati e lo sfruttamento edilizio rimesero inalterati, Juvarra apportò importanti modifiche. Quest’ultimo optò per una piazzetta circondata da alti edifici con portici ad arcate uniformi,le nuove entrate ed uscite della città. Questo cambiamento stravolse il concetto tradizionale di porta all’interno delle mura.

Mentre le opere militari furono completate prima dell’assedio del 1706, il piano di lottizzazione dei terreni subì un ritardo di alcuni anni. Il nuovo progetto della porta fu fortemente integrato nella maglia compositiva degli isolati. Invece di una porta monumentale, Juvarra creò una piazza circondata da alti edifici con portici. Questa soluzione si integrava perfettamente con l’ambiente circostante e rappresentava un ingresso armonioso alla città.

Una dissimetria celata

L’intervento di Juvarra coinvolse due isolati di dimensioni diverse: San Celso e San Daniele. Per dissimulare questa dissimetria, Juvarra creò due avancorpi separati, perfettamente simmetrici. Inoltre, arretrò parte delle fronti degli edifici in corrispondenza della strada che separava i due blocchi.

La parte centrale dei quartieri militari era porticata e creava una piazzetta che rafforzava il ruolo di porta di ingresso alla città. Questi portici proseguivano lungo la strada di ingresso, la contrada di Porta Susina, nascondendo così la sua posizione non baricentrica rispetto alle due vie laterali, via S. Domenico e Garibaldi.

L’intervento di Ignazio Birago di Borgaro

Dopo la realizzazione dei Quartieri Militari da parte di Filippo Juvarra, l’architetto Ignazio Birago di Borgaro intervenne nella seconda metà del XVIII secolo per completare l’opera. Nel 1768, Birago di Borgaro realizzò la sopraelevazione e l’attico dell’immobile conferendo loro un ulteriore tocco di eleganza e grandiosità. Questo intervento è testimoniato dalla celebre veduta di Ignazio Sclopis di Borgostura, risalente al 1775 circa.

Un’architettura militare innovativa

I quartieri militari di Torino rappresentano un esempio avanzato di architettura militare nel periodo barocco. Queste strutture erano in grado di ospitare fino a 2500 uomini,

  • Gli edifici sono caratterizzati da una facciata imponente e simmetrica, con ampi portici che si estendono lungo tutto il perimetro dei blocchi
  • I portici sono sostenuti da colonne di stile dorico e sono decorati con capitelli e cornici elaborate
  • All’interno, i quartieri sono organizzati attorno a cortili interni, che offrono spazio per l’addestramento militare e attività ricreative
  • Ai piani superiori degli edifici si trovavano grandi camerate con separazioni lignee, camere più piccole per gli ufficiali e alloggi destinati ai comandanti.
  • Al piano terra si trovavano i dormitori
  • Nei sotterranei vi erano invece i servizi e le cucine
  • I quartieri militari erano anche dotati di strutture amministrative, come uffici e sale riunioni, dove venivano gestite le attività quotidiane dell’esercito. Era presente anche una cappella, dove i soldati potevano pregare e partecipare a servizi religiosi.

Insomma, un nuovo concetto di caserma rappresentava un esempio molto avanzato di architettura militare nel periodo barocco, fornendo, altresì, un ambiente funzionale e confortevole per le truppe.

Cronologia dei Quartieri Militari

Per comprendere appieno l’importanza storica della struttura è utile fare riferimento alla cronologia delle principali fasi di realizzazione dell’opera:

  • 1702: inizio della costruzione del terzo ampliamento della città e definizione del nuovo perimetro della fortificazione
  • 1711: progettazione degli isolati da parte di Michelangelo Garove
  • 1711-1712: progettazione dello “stradone di Rivoli” sempre ad opera di Garove
  • 1729: progetto di rettificazione della contrada di Porta Susina e del Senato da parte di Filippo Juvarra
  • 1768: sopraelevazione e realizzazione dell’attico da parte di Ignazio Birago di Borgaro.

Ruolo Attuale dei Quartieri Militari

Oggi, i quartieri militari di Torino non sono più utilizzati come caserma, ma sono diventati un importante centro culturale conosciuto come Polo del 900 di Torino. Questo spazio ospita mostre, eventi culturali, conferenze e molte altre attività legate alla storia e alla cultura della città.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende