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Quartiere Crocetta: dalla Chiesa alla facoltà di ingegneria

Da Sharon Zaffino

Dicembre 07, 2020

Chiesa della Beata Vergine delle Grazie di Torino

All’interno della Circoscrizione 1 di Torino, muovendosi verso sud dal centro storico della città, troviamo la Crocetta.

La Crocetta di Torino, uno tra i più prestigiosi quartieri residenziali della città, crebbe notevolmente di splendore tra il diciannovesimo secolo e gli anni trenta del novecento.

Dal 1950 l’area ospita l’attuale sede del Politecnico di Torino, ma ancora prima è stata la culla del Velodromo Umberto I e dello Stadium.

Prime case nel quartiere Crocetta di Torino
Quartiere Crocetta dalla Chiesa alla facoltà di ingegneria

Il quartiere Crocetta di Torino, le mutazioni nella storia

Perchè proprio il nome Crocetta?

L’antico borgo si sviluppò intorno alla chiesa cattolica della Beata Vergine delle Grazie. La chiesa veniva chiamata, già da allora, semplicemente la chiesa della Crocetta.

Come mai?

Il nome si deve ai monaci, i Padri trinitari che amministrarono la parrocchia, che adottarono come simbolo per l’ordine, una piccola croce uncinata rossa e celeste.

I mutamenti edilizi

A metà ottocento, tra il centro città e la Crocetta, fu costruita la Piazza d’Armi, che occupava dunque l’odierno Borgo San Secondo. Qui, vi rimase fino agli inizi del Novecento.

La piazza venne utilizzata per esercitazioni e parate, ma non solo. In questo luogo si tennero anche i primi eventi di massa, tra cui possiamo ricordare il circo di Buffalo Bill, del 1906.

Per quel che concerne lo sport, all’epoca era ritenuto importantissimo per la formazione fisica dei giovani, c’era il Velodromo Umberto I.

Questo velodromo, intitolato all’allora Re di Italia, appunto, Umberto I, fu uno tra i primi velodromi del Paese. La struttura venne costruita lungo l’omonimo corso e le vie Torricelli e Vespucci nel 1895, dall’Unione velocipedistica italiana.

Vecchio Stadium zona Crocetta

Dal velodromo allo stadio

Il velodromo non durò molto; solo tre anni dopo, nel 1898, il terreno della pista ciclabile venne convertito in uno stadio. Nacque per ospitare il primo campionato italiano di football.

Il torneo venne organizzato dalla FIF, la Federazione Italiana Football, precursore dell’odierna FIGC, e vi parteciparono quattro squadre: tre torinesi e una genovese. Il Genoa vinse la Coppa offerta dal Duca degli Abruzzi e con essa, il suo primo campionato.

Dallo stadio allo Stadium

Nel 1917 il Velodromo, poi adibito a campo da calcio, fu smantellato.

Della struttura, nella conformazione odierna della città, non c’è più traccia: al suo posto sono sorti numerosi palazzi. Nonostante questa costruzione fu molto importante per l’epoca, i maggiori eventi sportivi non furono disputati qui, ma in un altro luogo: lo Stadium.

E ritorniamo così alla, già precedentemente citata, Piazza D’Armi.

Proprio accanto alla Piazza, fu costruito il progetto dell’architetto Eugenio Vittorio Ballatore di Rosana e dell’ingegner Ludovico Gonella: lo Stadium.

Questo stadio venne pensato proprio per la spettacolarizzazione delle attività sportive e venne costrruito in occasione dell’Esposizione Generale del 1911, il 29 aprile.

Lo stadio dei record

Possiamo affermare con grande orgoglio che il primo Stadium di Torino è lo stadio dei record!

Innanzitutto è considerato in assoluto lo stadio più grande d’Italia e, uno tra i più grandi stadi dell’intero globo.

Basti pensare che gli stadi di Londra e di Atene, contemporanei a quello italiano, non erano così grandi.

Le dimensioni?

361 metri di lunghezza e 204 metri di larghezza; accerchiato sui quattro lati da enormi gradinate, con due emicicli.

Era dotato anche di un’entrata trionfale e di un palco reale.Inoltre, l’opera è stata la prima in Italia ad essere realizzata in cemento armato e a possedere un impianto di illuminazione elettrica.

Lo stadio era poi dotato di tre ordini di piste e vi si potevano praticare differenti sport, come

  • gare di ciclismo
  • corse di cavalli
  • gare di velocità e di lotta
  • lancio del disco,
  • tiro a segno con gli archi e le balestre
  •  lawn-tennis,
  • foot-ball.
  • Inoltre, erano state costruite sale per praticare lo skating, la scherma e la ginnastica femminile.

Come se non bastasse, i tuffatori acrobatici potevano anche esibirsi nella piscina dello stadio, lunga duecento metri e dotata di una torre semovente.

La vasca era svuotata e ricoperta quando si dovevano ospitare partite da tennis. Tra il 1913 e il 1917 ospitò le partite della Nazionale Italiana di Calcio.

quartiere Crocetta vista dall'alto

La cattiva sorte dello Stadium

Dopo lo splendore, durato nemmeno un ventennio, arrivò la batosta.

Nel 1927 venne infatti chiuso definitivamente: i lavori di demolizione iniziarono nel 1938 e terminarono nel 1945.

Ma a cosa si deve il suo declino?

Ebbene, quel che sembrava il suo punto di forza, era in realtà la sua più grande debolezza.

Lo stadio era troppo grande e la gente non riusciva a osservare le partite; non si riuscivano a distinguere i giocatori, che sembravano solo dei puntini colorati. Inoltre, all’epoca non erano ancora presenti i maxischermi per agevolare la visuale.

La Crocetta di Torino, dallo Stadium al Politecnico

Al posto dello Sadium venne costruito il Politecnico di Torino. E fu così che il quartiere cambiò ancora destinazione e da complesso dello sport, divenne il complesso del sapere.

La facoltà di Ingegneria era infatti situata altrove, ma subì un attacco aereo dalle Royal Air Force tra l’8 e il 9 dicembre del 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’edificio fu così progettato da Giovanni Muzio, con un’architettura funzionalista, tipica dell’epoca. L’inaugurazione avvenne nell’11 novembre 1958.

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Sharon Zaffino

Sharon Zaffino, laureata in Lettere Moderne all' Università degli Studi di Milano e laureanda magistrale in Scienze e Tecniche della Comunicazione all'Unità degli Studi dell'Insubria.