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Palazzo degli Stemmi di Torino: da Ospizio di Carità all’Università

Da Alessandro Maldera

Gennaio 20, 2024

Palazzo degli Stemmi, situato sulla famosa via Po nel centro di Torino, è un edificio elegante risalente al XVIII secolo. Questo palazzo rappresenta una testimonianza storica importante per il capoluogo del Piemonte, con una storia ricca di avvenimenti e trasformazioni nel corso dei secoli.

Un periodo difficile per Torino nel XVII secolo

La prima metà del XVII secolo fu un periodo particolarmente difficile per la città. Infatti, era afflitta da guerre politiche interne, rivolte civili, contrasti religiosi e carestie. Inoltre, nel 1630, un’epidemia di peste colpì la popolazione causando la morte di oltre il 70% degli abitanti.

In questo contesto di crisi, Carlo Emanuele II salì al trono nel 1663. Il nuovo sovrano si trovò ad affrontare numerosi problemi, tra cui la mancanza di denaro pubblico e l’elevato numero di poveri e mendicanti presenti in città.

La fondazione dell’Ospizio di Carità

Per affrontare queste difficoltà, Carlo Emanuele II decise di fondare l’Ospizio di Carità, un luogo di ricovero per gli infermi, i poveri e i mendicanti. Inizialmente, l’ente di carità cambiò diverse sedi fino a quando, nel 1682, Vittorio Amedeo II, figlio di Carlo Emanuele II, decise di stabilirlo in un edificio situato fuori dalle mura della città.

La costruzione del Palazzo degli Stemmi di Torino

La costruzione dell’edificio di via Po ebbe inizio nel 1683 e si concluse nel 1697, seguendo il progetto di Amedeo di Castellamonte. Il nuovo edificio si caratterizza per la presenza di 24 stemmi araldici, tra cui quello della famiglia Savoia e due stemmi della città di Torino, che ornano le arcate del cortile interno.

  1. Roero marchesi di Cortanze, conti di Monticello
  2. Falletti marchesi di Barolo
  3. Sclopis conti di Salerano, di Borgostura
  4. Scaglia marchesi di Verrua
  5. Della Rovere signori di Vinovo
  6. Solaro marchesi della Chiusa, del Borgo San Dalmazzo
  7. Bruco Olivero conti di Lemie, di Sordevolo e Ceresole
  8. Valperga conti di Valperga, di Masino, di Rivara
  9. Turinetti marchesi di Priero, conti di Pertengo
  10. Boggetti conti di Mongrando e Mongreno
  11. Opera Pia di San Paolo di Torino
  12. Dal Pozzo principi della Cisterna
  13. Stemma della Città di Torino
  14. Casa Savoia ( 1716) fra le statue allegoriche della Fede e della Carità
  15. Città di Torino
  16. Del Carretto marchesi di Camerano
  17. Lascaris marchesi di Ventimiglia
  18. Carron marchesi di San Tommaso e di Aigueblanche
  19. Sopra: San Martino marchesi di Parella. Sotto: Provana conti di Collegno
  20. Canera conti di Salasco
  21. Vallesa conti di Vallesa
  22. Perucha o Perucca conti di Lisio, Bianzè e della Rocchetta
  23. Vibò conti di Prali
  24. Guerra marchesi di Perla
  25. Golzio
  26. Soardi conti di Sant’Antonino
  27. Quaglia

Nel 1716, Vittorio Amedeo II vietò la mendicità per le strade della città e ordinò che tutti i poveri fossero ricoverati presso l’Ospizio di Carità entro il 7 aprile. In questa occasione, venne organizzato un banchetto in piazza Castello, al quale parteciparono 800 poveri serviti direttamente dai paggi reali.

Dal Palazzo degli Stemmi all’Università di Torino

Alla fine del XIX secolo, l’Ospizio di Carità fu trasferito nella sua sede attuale in corso Unione Sovietica. Di conseguenza, il Palazzo degli Stemmi cambiò destinazione e, a partire dal 1896, divenne il luogo delle prime proiezioni pubbliche del Cinematografo Lumiere. Successivamente, il palazzo fu assegnato all’Università di Torino, ruolo che svolge ancora oggi. Nel 1984, durante lavori di restauro, si verificò un crollo che distrusse l’intero edificio, ad eccezione della facciata con gli stemmi e della storica Farmacia degli Stemmi.

La Farmacia degli Stemmi: un luogo storico

La Farmacia degli Stemmi ha radici antiche e operava all’interno dell’Ospizio di Carità sin dal 1692. Tuttavia, solo nel 1732 venne aperta al pubblico, trovando la sua collocazione attuale sotto i portici di via Po, nel Palazzo degli Stemmi di Torino. Nel 1886, con lo spostamento dell’Ospizio in corso Unione Sovietica, la Farmacia venne venduta a privati. Nonostante il crollo del palazzo nel 1984, la Farmacia miracolosamente si salvò e fu l’ultimo locale a chiudere e il primo a riaprire nel 1987.

L’attività commerciale è di particolare rilevanza storica per i suoi arredi originali risalenti al 1850 e per la disposizione interna che è rimasta pressoché invariata nel corso degli anni. Questo anche prima della riapertura del 1987,quando è stato eseguito un lungo e difficile restauro degli interni

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende