La storia dello stemma della Città di Torino

Dimenticate subito qualsiasi collegamento tra lo stemma di Torino – toro giallo, scudo blu e corona comitale – e antiche popolazioni o culti che avrebbero preannunciato un toro come simbolo della città sotto la Mole.
È inoltre da escludere un’altra ipotesi, che gira in sordina, quello della stella a cinque palle.
Il motivo è semplice: monete con questo tipo di stemma sono state trovate non solo nel Piemonte ma anche in altre parti dell’Italia.
Questi ritrovamenti rendendo quindi queste monete prive di una collocazione specifica e men che meno di origine nostrana.
L’utilizzo del toro nasce nel Medioevo con l’uso dei simboli “parlanti”; in araldica aiutavano a definire figure o comunità tramite immagini di cose o animali che più si avvicinavano al loro nome.
Così chi meglio del toro poteva rappresentare la nostra città di Torino?
La prima immagine del toro come identificazione di Torino risale al 1360 e la si trova nel Codice della catena, libro fisicamente incatenato ad una colonna, dove l’animale risulta passante, al passo quindi.
Il simbolo che lo raffigura è lo stesso che attualmente possiede la Circoscrizione , un toro rosso con bandiera rossa a croce bianca, a suo tempo bandiera di Amedeo VI di Savoia signore del Comune di Torino.
Andando avanti con gli anni il toro cambierà la propria posizione.
Non più passante ma furioso, ritto sulle zampe posteriori, e il colore delle sue corna diventando argentate, a rappresentare i fiumi Po e la Dora.
Siamo a metà ‘400.
Si è sicuri dell’adozione degli attuali colori, toro giallo (oro) e sfondo azzurro (blu) solo duecento anni dopo.
Nel 1614, infatti, Carlo Emanuele I richiede un consegnamento degli stemmi ad ogni famiglia e comunità per assicurarsi un po’ di introiti.
Ma non si è comunque a conoscenza dei motivi certi per cui questi colori sono stati assunti dalla bandiera cittadina.
Si può ipotizzare un scelta stilistica preso in considerazione che nel corso del ‘500 il toro era ancora bruno ma già su sfondo azzurro; in effetti il giallo sull’azzurro risalta molto di più.
Per quanto riguarda invece la corona comitale posta a capo dello scudo svizzero blu, bisogna andare al 1619, quando Torino divenne contessa di Grugliasco tanto da permettersi quindi il copricapo con le nove palle.
Forse a identificare nove dominazioni: il forse è dato dal fatto che sempre nel ‘600 la stessa corona presenta in casi differenti un numero di sfere diverso.
Bisogna sottolineare che la corona comitale è stata oggetto di numerose capitolazioni.
Prima nel 1811 da parte di Napoleone che la sostituì con una corona murale con torri e aquila
E in seguito nel 1934 con l’assunzione di un capo Littorio che a seguito della Liberazione dal fascismo venne tolto per ripristinare nuovamente la corona comitale storica.
Un ultimo spazio bisogna dedicarlo infine alla bandiera issata sulla facciata del palazzo del Comune a sfondo blu con croce bianca e tori e bordatura gialli con la scritta Auxilium meum a Domino (Il mio aiuto viene dal signore).
Il vessillo in questione risale alla battaglia dell’assedio del 1706 che vide le truppe savoiarde vincere su quelle francesi.
È invece recente l’idea di usarla ufficialmente e risale allo Statuto comunale del 1995, articolo 4.5.
Si è voluta a rappresentare la città in quanto “bandiera storia dell’assedio del 1706” per l’ovvia importanza che tale battaglia ha avuto sulle sorti di Torino.
Damiano Grilli