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Via Artom: storia e rinascita del quartiere dormitorio

Da Alessandro Maldera

Gennaio 20, 2024

Il quartiere di Mirafiori Sud, situato nella Circoscrizione II di Torino, è conosciuto per la sua forte ed unica identità. Al centro di questo territorio si trova via Artom, una strada che ha subito numerosi cambiamenti nel corso degli anni. Da simbolo dell’immigrazione e dell’emarginazione a quartiere vibrante e in trasformazione,

Nascita del Quartiere

Il nome “Mirafiori” deriva dal castello di Miraflores, donato nel 1585 dal Duca di Savoia Carlo Emanuele I alla sua sposa Caterina D’Asburgo. Il castello, purtroppo ormai scomparso, si trovava vicino all’attuale nucleo storico del quartiere.

Emanuele Artom

L’uomo è stato un coraggioso partigiano italiano che ha combattuto per la libertà durante la Seconda Guerra Mondiale. Nato ad Aosta il 23 Giugno 1915 da una famiglia ebrea colta e agiata e fin da bambino trasferitosi nel capoluogo del Piemonte. Emanuel Artom dopo l’armistizio del 8 settembre 1943 abbracciò la resistenza armata contro il Nazismo. Purtroppo, durante un’azione di rastrellamento condotta dalle squadre nazi-fasciste il 25 marzo 1944, il partigiano Artom fu catturato e ucciso pochi giorni dopo, il 7 aprile.

Dalle origini alla Seconda Guerra Mondiale

Fino agli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, Mirafiori Sud era una vasta zona rurale con ville e campi coltivati. La presenza dell’ippodromo, dei maneggi e delle bellezze naturali lungo il Sangone rendevano il luogo attraente per i torinesi. Tuttavia, tutto cambiò nel 1939 con l’apertura dello stabilimento Fiat Mirafiori. L’espansione dell’industria automobilistica richiamò un grande flusso migratorio dalle regioni del Sud, portando a un rapido aumento della popolazione nel quartiere. In poco più di vent’anni, la popolazione passò da circa 3.000 abitanti a circa 40.000. Questo rapido aumento della popolazione mise a dura prova le infrastrutture e i servizi del quartiere.

Durante questo periodo, molti immigrati si trovano in situazioni di estrema difficoltà. Torino e le altre grandi città del Nord non erano preparate ad accogliere un flusso migratorio così massiccio, creando una serie di problemi sociali ed economici. Alcuni proprietari di immobili esposero persino cartelli con scritto “Non si affitta ai meridionali”, discriminando chi proveniva dal Sud Italia.

Via Artom e la sua evoluzione

Nel 1963, l’ex aeroporto militare di Mirafiori, che era rimasto inutilizzato dopo la guerra, tornò di proprietà del Comune che decise di destinarlo all’edilizia residenziale pubblica. Qui, tra il confine con Moncalieri e via Onorato Vigliani, nell’area che è ora conosciuta come Basse Lingotto, vennero costruiti otto edifici di nove piani, con un totale di 780 appartamenti. Residenze realizzate con una tecnica di prefabbricazione integrale. Tuttavia, nonostante la qualità delle case, la domanda superò di gran lunga l’offerta, con oltre 13.000 richieste abitative per poco meno di 800 alloggi disponibili. Inoltre, di fronte agli edifici sorse una grande area verde, il parco Colonnetti.

La nuova strada, chiamata Via Artom, divenne un triste esempio di segregazione sociale. Infatti gli edifici vennero suddivisi in base alla provenienza degli abitanti. Tre palazzi furono destinati agli ex baraccati, altri tre a vincitori di concorsi abitativi pubblici – di cui uno diviso tra queste due categorie – e l’ultimo fu riservato ai trasferiti.

Emergenza abitativa e “Quartieri-dormitorio”

La zona acquisì una reputazione negativa nella cittadinanza. Era considerato un quartiere dormitorio, privo di servizi e collegamenti efficienti con il resto della città. Questa percezione negativa si rifletteva nella mancanza di partecipazione alle attività del quartiere e nella divisione tra le diverse categorie di abitanti.

Nel periodo tra il 1975 e il 1983, l’amministrazione comunale di Sinistra iniziò a mostrare un interesse crescente per le problematiche di questo territorio. Furono, quindi, creati centro d’aggregazione, opportunità per gli anziani e per i ragazzi, scuole, servizi sociali e sanitari. Si cercarono anche di migliorare i collegamenti con i trasporti pubblici per integrare meglio il quartiere con il resto di Torino.

Piano di Recupero Urbano

Negli anni ’90, l’amministrazione comunale di Torino tornò a porre maggiore attenzione alla zona del quartiere di Mirafiori sud. La trasformazione si rese possibile grazie al Programma di Recupero Urbano (Pru) con un investimento di 140 milioni di euro. Il progetto ha portato a una serie di interventi che hanno ridisegnato completamente l’aspetto di Via Artom e dell’intera area circostante. Questi interventi includono la demolizione di alcuni edifici, la riqualificazione del parco Colonnetti e delle sponde del Sangone, la realizzazione di nuove piazze e complessi edilizi. Inoltre vennero creati nuovi spazi pedonali, piste ciclabili e riqualificando il ponte sul Sangone.

Ad oggi via Artom rimane un simbolo della lotta contro l’emarginazione e rappresenta una testimonianza della resilienza della comunità locale.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende