La storia antica della Cavallerizza Reale di Torino
Da Alessandro Maldera
Marzo 11, 2017
Durante il XVII secolo, Torino fu coinvolta in un grande processo di ampliamento (il secondo della sua storia) verso il fiume Po.
Durante questo periodo la capitale del regno sabaudo si arricchì di numerose strutture culturale quali il Teatro, l’Università e le varie accademie.
La storia antica della Cavallerizza Reale di Torino inizia in questo contesto, che vede coinvolti per decenni gli architetti più importanti dei sovrani sabaudi, da Castellamonte a Juvarra, fino ad Alfieri.
Un edificio importante per la capitale sabauda
Sulla contrada di Zecca – oggi conosciuta come via Verdi – si affacciavano la Zecca, l’Accademia Reale – poi Militare – e proprio la Cavallerizza. Tra tutti gli edifici eretti nella nuova via, la Cavallerizza Reale era quello architettonicamente più complesso.
Ciò era dovuto alla sua funzione, importantissima all’epoca per la sopravvivenza dello Stato.
La storia antica della Cavallerizza Reale di Torino, quindi, la vede come fulcro delle decisioni dei regnanti dell’epoca, nonché come uno dei centri più importanti della città e una delle dimore dei Savoia
Grandi architetti e opere incompiute
La storia antica della Cavallerizza Reale di Torino è necessariamente legata a quella dell’Accademia. Per l’Accademia, l’architetto Amedeo di Castellamonte pensa a un grande edificio di pianta quadrata, articolato intorno a un cortile di 70 metri per lato.
Accanto all’edificio dell’Accademia Reale, verso il Po, Castellamonte progetta il complesso della Cavallerizza Reale, in cui trovano posto i maneggi, le scuderie e gli spazi per l’attività equestre.
Il complesso dell’Accademia è andato distrutto nel XX secolo, e al suo posto oggi c’è il Teatro Regio firmato dall’architetto Carlo Mollino.
Castellamonte concepisce lo spazio della Cavallerizza come un grande cortile. L’avrebbe diviso in quattro parti dalle maniche delle Scuderie, raccordate al centro dalla Rotonda: un grande spazio circolare che avrebbe dovuto servire da camminamento per i cavalli.
La storia antica della Cavallerizza Reale, però, è costellata anche di tante interruzioni dei lavori e variazioni progettuali.
Benedetto Alfieri, tra il 1740 e 174, apporta tanti cambiamenti al progetto del Castellamonte.
La parte più rimaneggiata è sicuramente la Rotonda di Castellamonte, che diventa una sorta di atrio al pian terreno e di cappella nei piani superiori.
L’Accademia Militare, con la sua Cavallerizza è quindi una grande opera incompiuta nel centro di Torino. Il progetto di Alfieri non fu mai terminato, il che, oggi, aggiunge fascino a questa struttura barocca.
La storia antica della Cavallerizza di Torino, al pari di quella recente, è caratterizzata da discontinuità.
Momenti di grande bellezza si sono alternati ad altri meno felici, a cambiamenti di progetti, ristrutturazioni e, a volte, abbandono.
Anche questi aspetti fanno parte del fascino di questo posto, che oggi vive una nuova vita ed ha nuova dignità all’interno della nostra città.
Remo Gilli
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende