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20 maggio 1814: il ritorno del Re sancisce la nascita della Gran Madre

Da Alessandro Maldera

Maggio 20, 2015

Nel 1814 tornano i Savoia e Torino gli dedica La Gran Madre

La chiesa della Gran Madre di Dio è uno degli edifici simbolo della nostra città.

E’ situata sulla piazza che porta il suo stesso nome, punto di incontro tra corso Casale  e corso Moncalieri, che da li cominciano il loro opposto percorso. In posizione sopraelevata in cima ad un’ampia scalinata, l’edificio gode della vista di piazza Vittorio Veneto, separati solo dal fiume Po.

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Porticato chiesa della Gran Madre

La nascita della Gran Madre

Ben visibile sul timpano della Gran Madre si può leggere un’epigrafe che recita “ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS”.

Con questa  frase in lingua latina, che si traduce con “La nobiltà e il popolo di Torino per il ritorno del re”, la città saluta idealmente il ritorno di Vittorio Emanuele  I di Savoia.  Quest’ultimo il 20 Maggio del 1814 riprendeva il controllo dei possedimenti piemontesi, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone Bonaparte e la successiva restaurazione sancita dal trattato di Vienna.

La paternità dell’enunciato va al latinista Michele Provana del Sabbione, un nobile piemontese che, tra le altre cose, fu sindaco di Torino (carica che ricoprì diverse volte) e il primo direttore della Biblioteca Reale.

Così come non poteva che essere torinese l’architetto a capo della costruzione della chiesa: e infatti a vincere il concorso indetto per la sua progettazione fu Ferdinando Bonsignore che nel 1818 potè cominciare i lavori per la realizzazione.

Purtroppo la costruzione fu presto interrotta e ripresa solo nel 1827 per essere ultimata nel 1831 sotto il regno del successore di Vittorio Emanuele I, ovvero re Carlo Alberto.

Le statue all'ingresso della Chiesa Gran Madre di Torino

La Gran Madre oggi: mistero, esoterismo, leggende

Oggi la Gran Madre, bella e suggestiva, è probabilmente la chiesa più famosa della città, meta per le gite di istruzione e per i turisti.

Superando la statua di Vittorio Emanuele I, opera dello scultore Genovese Giuseppe Gaggini, si sale per la scalinata che porta ad un pronao esastilo e poi all’interno della chiesa dalla pianta circolare, la cui architettura ricorda quella del Pantheon romano. Lungo la salita voltandosi a sinistra è possibile scorgere la statua de “La Fede” che regge un calice, a destra invece vi è “La Religione”, che sostiene una croce.

A sinistra della scalinata vi è l’accesso alla cripta che contiene l’ossario dei caduti della prima guerra mondiale.

Parte della fama della Gran Madre è dovuta anche all’interesse che essa ha suscitato (e suscita) tra coloro che si interessano di occulto e di esoterismo. Ciò ha fatto si che intono a questa chiesa girino una moltitudine di storie e di leggende.

Alcune sostengono che le statue possano indicare la posizione dov’è nascosto il Santo Graal, altre pongono l’accento sulla sua posizione vicino al fiume (simbolo di vita) e al modo in cui è orientata (durante il solstizio d’inverno pare che il sole si trovi a perpendicolo sul timpano), altre vogliono che sia costruita sui resti di un vecchio tempio egizio dedicato al dio Api. Fino ad arrivare a storie di stampo più macabro o satanista.

Qualunque sia la verità che più vi stuzzica, ciò che è innegabile è il suo fascino.

Daniele De Stefano

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende