7 aprile 1944: muore, vittima dei Nazisti, Emanuele Artom

7 aprile 1944: muore, vittima dei Nazisti, Emanuele Artom
Alla maggior parte di noi il nome Artom ricorda soltanto una via situata nel quartiere Mirafiori Sud, per precisione una strada che finisce alla vista del torrente Sangone.
Purtroppo la memoria storica in alcuni casi è troppo corta e il passare del tempo rende sempre più fievole il ricordo.
Emanuele nacque ad Aosta il 23 Giugno 1915, da famiglia ebrea
Il padre e la madre erano insegnanti, e questo, fece sì che i loro figli (Emanuele ed Ennio) nutrirono fin da subito il fascino per la cultura e gli studi.

Emanuele frequentò il liceo classico Massimo D’ Azeglio (un’ istituzione nella nostra città: ci studiarono, tra gli altri, i fratelli Agnelli, Norberto Bobbio, Cesare Pavese, il premio Nobel Salvador Luria, e qui, fu fondata la squadra di calcio della Juventus) per poi laurearsi con il massimo dei voti nel 1937 presso la facoltà di lettere.
Le sue origini ebraiche e la situazione politica italiana – in cui fu sempre più forte la discriminazione per gli Israeliti fino ad arrivare alle leggi razziali del 1938 – lo spinse a fondare un circolo culturale ebraico.
Un punto d’incontro dove indagare sul senso della propria esistenza e a cui aderirono nomi illustri come Primo Levi.
Gli eventi andarono peggiorando, l’ Italia condusse una guerra d’ aggressione che non si stava rivelando vincente
Le prime bombe alleate cadevano sulla città, all’armistizio dell’8 settembre 1943, l’ Esercito italiano passa con gli anglo-americani e il paese viene invaso dagli ex alleati teutonici.
Emanuele passa tra le fila della Resistenza
In questo periodo combatte per la formazione Giustizia e Libertà con coraggio e ricopre il ruolo di commissario politico, tiene discorsi, incoraggia e combatte fino alla cattura.
In una classica azione di rastrellamento effettuata dalle squadre nazi-fasciste viene arrestato il 25 Marzo del 1944.
Detenuto nelle segrete delle carceri Nuove, viene torturato, seviziato, e condannato a morte in quanto ebreo e antifascista.
Viene immortalato in una foto di un giornale nazi-fascista, il “Der Adler”
Qui appare in condizioni fisiche precarie in sella ad un mulo, con una scopa di legno ed un cappellaccio con il titolo “catturato bandito ebreo”.
Morirà il 7 Aprile 1944, in seguito alle sevizie ricevute, e finirà in una fossa vicino al fiume Sangone, sepolto da due detenuti.
Lascerà ai posteri le proprie memorie scritte sotto forma di diario.
Un documento eccezionale sull’ Italia fascista antiebraica e, in seguito, occupata.
Alla fine della guerra il suo corpo non fu mai trovato.
Ed è per questo che proprio quella via, nel quartiere Mirafiori Sud, che finisce nel Sangone, porta il suo nome.
Alessandro Rigitano