C’era una volta un Palazzo che guardava le stelle con la sua Madama

C’era una volta l’Osservatorio Astronomico di Torino. O meglio, c’è ancora. Ma queste è un’altra storia.
Era il 1759 quando in una vecchia torre di via Po, Giovanni Battista Beccaria pose la sua strumentazione astronomica e geodetica che utilizzava per la misurazione del grado Torinese.
La lunghezza d’arco, detta in parole semplici, del meridiano locale della città di Torino.
Via Po e poi l’Accademia delle Scienze: l’infanzia dell’Osservatorio astronomico è decisamente travagliata, tra traslochi e nuovi inizi col solo fine, ambizioso, di studiare le stelle.
Nel 1822 fu Giovanni Plana, a cui è dedicata una spesso dimenticata via nei pressi di piazza Vittorio, a prendere baracca e burattini e trasferire il tutto in un luogo secondo lui più adatto: Palazzo Madama.
Proprio così: Palazzo Madama, il capolavoro juvarriano in quella splendida Piazza Castello che è simbolo di eleganza e maestà della nostra città.
Per festeggiare l’evento si acquistò un Reichenbach & Fraunhofer nuovo di pacca, uno dei più grandi e potenti del tempo.
E se vi state chiedendo cosa sia un Reichenbach & Fraunhofer state tranquilli: non è una parolaccia, ma potente e innovativa (al tempo, almeno) strumentazione astronomica.
Giovanni Plana, il pupillo del signor Lagrange, era affascinato dalla meccanica celeste e dal moto della luna, così tanto che diede lustro e nuovi impulsi agli studi astronomici del tempo e, di riflesso, alla sua città.
Mai fino a quell’anno, il 1822, l’Osservatorio era stato riconosciuto come un’istituzione scientifica ufficiale del Regno di Piemonte e Sardegna. Raggiunto il traguardo, nulla è cambiato: ancora oggi l’osservatorio è una prestigiosa istituzione statale.
Nel 1865, sotto la direzione di Alessandro Dorna, nuove strumentazioni e nuove attività rinvigorirono i tempio dell’astronomia. Ma a partire dal 1903, con la direzione di Boccardi, qualcosa cambiò.
Troppe luci e troppo rumore: piazza Castello non era di certo il luogo migliore per studiare le stelle.
E così, tra il 1907 e il 1912 e grazie a Giovanni Boccardi, il tutto fu trasferito sulla collina torinese, a 630 metri sul livello del mare.
Un nuovo record: il sito astronomico più alto tra quelli in Italia.
Che strano doveva essere il nostro Palazzo vestito da Osservatorio!
Alcune immagini ce lo mostrano, goffo e sgraziato, con quella pesante cupola sulla cima che mal si accompagnava alle torri romane e alla splendida facciata.
Un capolavoro barocco, riccamente decorato eppur leggiadro, appariva così appesantito nella sua figura da quel bizzarro cappello da cui Torino e la sua Madama osservavano il cielo stellato.
La Madama che tutti noi conosciamo era una vecchia “specola”, un antico osservatorio, nel cuore della città, protagonista della vita scientifica e mondana della città, visibile da via Garibaldi e da Via Po, sentinella di quel cielo su Torino che ancora ci piace così tanto.
C’era una volta, è vero. Ma c’è ancora oggi.
L’Osservatorio astronomico osserva le stelle dalla bella collina torinese, avvolto nel buio e nel silenzio.
Ma, ne sono certa, ancora sbircia la sua bella, quella Madama che le è stata accanto a lungo, là, in piazza Castello.
I.Perino