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Chiesa di San Michele Arcangelo: l’edificio di culto di Bizzantino

Da Alessandro Maldera

Marzo 26, 2024

La Chiesa di San Michele Arcangelo, situata all’angolo tra via Giolitti e i giardini Cavour, è un luogo di culto rito Bizzantino. Appartenente all’Eparchia di Lungro, è un simbolo della comunità italo-albanese (arbëreshë) emigrata dal sud d’Italia e dalla Sicilia e, ormai, stabilmente residente in città da decenni.

Storia

L’origine risale al XVII secolo, quando la duchessa Giovanna Battista di Savoia Nemours chiamò i Trinitari Scalzi della Redenzione degli Schiavi a Torino. Un ordine religioso che aveva il compito di riscattare i cristiani ridotti in catene dai turchi e dai berberi.

Ricostruzione e trasferimento

La chiesa di San Michele Arcangelo era originariamente situata presso Porta Palazzo, dipendente dall’Abbazia di San Michele. Tuttavia, nel 1729, i frati dovettero abbandonare la chiesa per permettere la risistemazione edilizia e urbanistica della zona secondo il progetto di Juvarra.

Da quel momento fino al 1781-1784, la sede dell’ordine fu temporaneamente in una casa tra le vie San Francesco da Paola e Santa Croce. Tuttavia, nel 1784, i Padri Trinitari ottennero da Vittorio Amedeo III una porzione di terreno presso i rampari, dove l’architetto Pietro Bonvicino stava costruendo case e laboratori per i Maestri Vellutari della Corporazione dei Mastri Fabbricatori di stoffe in oro, argento e seta.

Costruzione della Chiesa

La posa della prima pietra della Chiesa di San Michele Arcangelo avvenne il 21 agosto 1784. L’edificio è progettato da Pietro Bonvicino in stile barocco e completato nel 1788. Inizialmente era parte di un complesso più ampio del convento dei Padri Padri Trinitari di San Michele. Ma nel 1801, a causa della soppressione degli ordini monastici durante l’occupazione francese, i frati dovettero abbandonare l’edificio di culto e il convento adiacente. L’edificio fu destinato all’Ospizio delle Puerpere e, per un certo periodo, il nome fu Chiesa della Maternità.

L’architettura dell’edificio di culto presenta un mix di stili, tra cui il barocco, il neoclassicismo e il neobizantino.

  • La chiesa presenta una pianta centrale con un ambiente esagonale luminoso sormontato da una cupola e un lanternino, decorato
  • Gli interni sono rivestiti con stucchi elaborati e all’interno si possono ammirare pregevoli opere d’arte sacra, tra cui icone provenienti dai Balcani, dipinte da membri della comunità italo-albanese stessa
  • La facciata principale si affaccia su piazza Cavour e via Giolitti, mostrando una ricca decorazione e una maestosa cupola centrale.
  • L’a chiesa ‘edificio si affaccia su via delle Rosine, creando un effetto scenografico con gli edifici circostanti.

Trasformazioni e danni durante la guerra

Durante la seconda guerra mondiale, la Chiesa di San Michele Arcangelo subì gravi danni a causa dei bombardamenti degli Alleati. Il 28 novembre 1942 e il 13 luglio e 8 agosto 1943, bombe dirompenti e incendiarie causarono il danneggiamento della chiesa, che all’epoca non era più in uso.. Tuttavia, nel corso del Novecento, venne sottoposta a un attento restauro che ha permesso di preservarne l’aspetto originale. Nel 1965, la chiesa fu dedicata alla comunità italo-albanese di rito bizantino, che contava circa diecimila membri.

L’arrivo di numerosi italo-albanesi a Torino dopo il 1945 provenienti principalmente dalla Calabria e dalla Sicilia, ha contribuito a consolidare il ruolo della Chiesa di San Michele Arcangelo come centro spirituale e culturale per questa comunità. Oggi, la parrocchia conta circa 10.000 fedeli italo-albanesi, di cui circa 4.000 risiedono a Torino e nelle zone circostanti.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende