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Chiesa di Santa Chiara: un’altra architettura Barocca a Torino

Da Alessandro Maldera

Gennaio 20, 2024

La Chiesa di Santa Chiara è un gioiello architettonico del centro storico di Torino, precisamente in via delle Orfane, all’angolo con via Santa Chiara. Questo affascinante edificio religioso in stile barocco è un appartiene all’ordine delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per gli Ammalati Poveri.

Storia

L’origine dell’edificio risale al medioevo quando le monache Clarisse costruirono qui il proprio monastero. Nel 1715, durante un programma di riedificazione voluto da Vittorio Amedeo II, però, sorse un nuovo monastero che si estendeva per un intero isolato.

Nel 1742, poi, le Clarisse commissionarono a Bernardo Antonio Vittone la costruzione di una nuova chiesa per il loro convento. Tuttavia, con l’arrivo delle truppe napoleoniche e l’annessione del Piemonte alla Francia, ci fu la soppressione degli ordini religiosi. Così, l’edificio divenne un rifugio per molti religiosi oppressi.

Dopo la caduta dell’Impero Napoleonico e la Restaurazione, l’ordine delle Clarisse era talmente impoverito sia numericamente che economicamente che non fu possibile il loro ritorno nel convento di Santa Chiara. Nel 1824, l’intero complesso fu assegnato all’ordine delle Visitandine, un altro ordine femminile di vita contemplativa. Le suore occuparono il complesso fino al 1904, anno in cui si trasferirono in un nuovo monastero. Le monache spogliarono la chiesa di Santa Chiara di Torino dei suoi arredi preziosi, come gli altari marmorei e l’apparato ligneo del coro, per portarli nel nuovo monastero. Dopo il trasferimento delle supore, il complesso passò al Comune di Torino, che lo utilizzò come rimessa o magazzino. Nel 1930, le Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per gli Ammalati Poveri riuscirono ad acquistare l’edificio e da allora lo utilizzano per scopi religiosi e sociali.

Un capolavoro di Bernardo Antonio Vittone

La chiesa fu progettata e costruita dall’architetto tra il 1742 e il 1745, su commissione dell’ordine monastico delle Clarisse. Bernardo Antonio Vittone concepì la chiesa come un edificio di dimensioni contenute, pensato per ospitare la piccola comunità conventuale e non un’intera comunità parrocchiale.

L’architettura della chiesa di Santa Chiara di Torino

L’edificio si presenta con una pianta ottagonale e si sviluppa in verticale, sfruttando al massimo la luce naturale. L’architetto prestò molta attenzione all’elemento luminoso, che sembra investire copiosamente ogni parte dell’edificio grazie alle numerose finestre che si aprono sulla galleria che circonda l’intera cupola. Questa particolarità conferisce alla chiesa una sensazione di “leggerezza” e crea un’atmosfera mistica e immateriale. La struttura si innesta su quattro pilastri, con archi e costoloni, e l’apparato decorativo è sobrio, in linea con il voto di povertà espresso dalle monache. Medaglioni e stucchi di pregevole fattura raffigurano simboli legati a Santa Chiara, come la carità, la spiritualità e la luce. Al centro della volta della chiesa è dipinta la colomba dello Spirito Santo.

Restauri e Utilizzi Attuali

Nel corso degli anni, la Chiesa di Santa Chiara è stata oggetto di numerosi restauri per preservare e valorizzare il suo patrimonio storico e artistico. Tra il 1937 e il 1942, si realizzarono nuovi altari in marmo, fedeli alle creazioni originali di Vittone. La parete divisoria tra il coro e l’Altare Maggiore, abbattuta per asportare gli altari, è stata ricostruita e ornata con un medaglione a simbologia francescana e una pala d’altare raffigurante “L’apparizione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque“, dipinta da Nicola Arduino.

Attualmente, le Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per gli Ammalati Poveri utilizzano l’intero complesso per sviluppare un progetto di cohousing sociale in collaborazione con l’Associazione Gruppo Abele Onlus. Inoltre, le suore mantengono ancora un ambulatorio infermieristico per gli ammalati poveri, situato in via delle Orfane 15.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende