Storia

L’Archivio Vaticano rilascia un curioso episodio su Casa Savoia

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Dalla recente pubblicazione di un documento dell’Archivio Storico Vaticano, la storia di Casa Savoia si arricchisce con un episodio che ci dimostra che anche i Re scappano di casa.

Esattamente il 5 marzo del 1661, Carlo Emanuele II di Savoia inaugurava la Reggia di Venaria.

260 anni fa quindi la corte reale della dinastia più longeva d’Europa si trasferiva alla Venaria Reale, ma la ragione non è per niente quella che tutti si aspetterebbero.

I monarchi dell’epoca, soprattutto i Savoia, non erano soliti inaugurare le nuove dimore con feste e banchetti tripudianti in stile Borbone di Francia.

Il sovrano entrava semplicemente nella nuova reggia, portando con sé i cortigiani, ma spesso contravvenendo a regole familiari, come nel caso di Carlo Emanuele II.

Questo ultimo dettaglio emerge da un documento su Casa Savoia che fino ad oggi era rimasto tra gli scaffali dello storico e celebre Archivio Segreto Vaticano, recentemente rinominato “Archivio Apostolico” da Papa Francesco.

Una lettera ritrovata non tanto tempo da fa da Andrea Merlotti, direttore del centro studi delle Residenze Reale sabaude, durante una sessione di ricerca.

Ciò nonostante, il racconto di questo curioso episodio è stato pubblicato, volontariamente, ieri pomeriggio sul sito della Venaria Reale dallo stesso Merlotti.

Sempre in occasione dell’appuntamento mensile online sulle storie meno conosciute della Venaria sabauda.

La testimonianza si trova tuttora in uno degli archivi più famosi e segreti del mondo, che spesso è stato anche scena per diversi film di Hollywood, come nel caso di “Angeli e Demoni” con Tom Hanks.

Interno Reggia di Venaria
Galleria di Diana Reggia di Venaria

La storia è tratta da un documento del nunzio apostolico di Casa Savoia, monsignor Carlo Roberti

In qualità di ‘ambasciatori’ del Vaticano e della Chiesa Cattolica nei Regni d’Europa, i nunzi erano soliti riportare vicende e notizie sulla vita politica dinastica attraverso il regolare invio di dispacci alla Santa Sede.

La Chiesa del Vaticano, attraverso questi generi di documento, poteva conoscere quindi le vicissitudini delle corti, e diciamo che quella dei Savoia era forse una delle più movimentate.

Secondo le parole di Carlo Roberti, il Duca Carlo Emanuele II andò sabato 5 marzo alla nuova dimora di Altessano (frazione di Venaria Reale).

Un luogo perfetto per riposarsi e cacciare a neanche 5 chilometri da Torino, ma con la disapprovazione della Madama Reale, ovvero sua madre, Cristina di Borbone.

Questo ultimo particolare racchiude perfettamente il legame conflittuale che avevano i due reali.

Da un lato Carlo Emanuele per gran parte della sua adolescenza dovette subire le scelte politiche della madre, che più volte lo videro pedina di strategie matrimoniali e politiche.

Dall’altra invece la Madama Cristina era desiderosa di potere e non avrebbe mai ceduto il governo a suo figlio, nonostante il diritto a regnare di quest’ultimo, almeno fino alla sua morte.

Carlo Emanuele era filo-piemontese, mentre la francofilia di Cristina era ormai evidente a tutti i funzionari di corte

Appare chiaro quindi come il rapporto tra i due non fosse dei migliori, numerosi sono infatti le testimonianze dei cronisti dell’epoca che riportano i diverbi tra madre e figlio.

E proprio uno di questi infatti fa da sfondo alla vicenda emersa dal documento vaticano.

Si può desumere che, dall’ennesima discussione riguardo la successione del potere, Carlo Emanuele II abbia deciso di trasferirsi inaugurando la Reggia di Venaria proprio per fare un dispetto alla Madama.

Nel 1661 il Duca alloggiò probabilmente nell’attuale Castelvecchio, adiacente alla Galleria Grande poi completata da Juvarra, ma la ragione dello spostamento risiede probabilmente nell’angoscia del monarca sabaudo.

Sicuramente era stufo ed esasperato, a maggior ragione per il fatto che in quei giorni venne mancare il cardinale Mazzarino, primo ministro sotto il Regno di Luigi XIV la cui morte sancì appunto la proclamazione a monarca assoluto del re francese.

La notizia d’oltralpe ovviamente venne felicemente accolta da Cristina, ma delle parole di Carlo Roberti si evince come il principe fosse tutt’altro che contento, a tal punto da ritirarsi alla dimora fuori città.

Nonostante le proteste della madre, che decise di restare ostinatamente a Torino, Carlo Emanuele si fermò a Venaria fino a settembre lanciando feste e ricevendo ospiti da ogni dove.

Il 23 marzo del 1661 infatti accolse Carlo Colonna (cardinale e nipote di Giulio Mazzarino) durante il suo viaggio verso Parigi.

Mentre in quella estate andò a trovarlo perfino la Madama in persona, ma la pace era tutt’altro che ristabilita.

I rapporti tra i due non si risanarono mai e con la morte di quest’ultima il 27 dicembre del 1663, Carlo Emanuele II poté finalmente regnare in pace.

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