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Vittorio Emanuele III di Savoia, l’ultimo Re d’Italia

Da Simone Nale

Dicembre 11, 2020

Vittorio Emanuele III in divisa militare

La Storia del Re che consegnò l’Italia ai fascisti.

Vittorio Emanuele III di Savoia nasce a Napoli l’11 novembre del 1869.

Figlio di Umberto I di Savoia e Margherita di Savoia, fu l’ultimo vero Re d’Italia.

Durante il suo regno, dal 1900 al 1946, partecipò a entrambe le guerre mondiali, concesse l’ascesa del fascismo, ma allo stesso tempo permise l’istituzione del suffragio universale e l’alba della nuova Repubblica italiana

Ancora oggi l’ultimo Re d’Italia rimane una figura molto controversa e non è un caso che a Torino non ci siano monumenti in suo onore.

In giovane età, Vittorio Emanuele non trascorse un’infanzia troppo spensierata.

Ricevette una tradizionale educazione Savoia: sabauda, rigorosa e militare, in stile prussiano, che però limitava i rapporti con i suoi genitori.

In realtà il padre Umberto I e la madre Margherita non si occuparono mai veramente di lui.

Fino all’età di 14 venne affidato a una balia irlandese di nome Elizabeth Lee.

“Bessi”, così veniva chiamata a corte, lo sostenne per tutta la sua adolescenza, sostituendo di fatto il ruolo della madre, in certi versi.

Al contempo Vittorio Emanuele si tormentava continuamente riguardo al suo fisico gracile.

Uno dei sui tanti soprannomi da sovrano sarà appunto “Sciaboletta“.

Come conseguenza della sua bassa statura (153 cm), fu necessaria la creazione di una sciabola da divisa più corta rispetto alla norme, per evitare che questa strisciasse sul suolo.

Fu motivo di forte imbarazzo per il Re d’Italia.

Questo suo tormento lo portò poi a sviluppare un carattere chiuso e riflessivo, che riversava in una dedizione ossessiva per lo studio.

Vittorio Emanuele III bambino
Vittorio Emanuele III di Savoia, l’ultimo Re d’Italia

A 15 anni, Vittorio Emanuele III intraprese gli studi militari preso la Scuola Militare Nunziatella di Napoli.

Grazie a molti viaggi all’estero ebbe modo di completare la propria educazione approfondendo studi giuridici, politici e amministrativi.

Tra tutti i suoi interessi culturali, risaltavano la numismatica, gli studi geo-politici e la storia.

La sua conoscenza era tale che, non solo scrisse numerosi trattati, ma in più occasioni partecipò come mediatore a numerosi trattati di pace internazionali (durante il suo regno).

Conclusasi l’accademia militare, Vittorio Emanuele III viene assegnato al 1° Reggimento di fanteria “Re“, sempre a Napoli, dove fece pratica di comando per 5 anni.

Durante quel periodo, crebbe una forte amicizia con il principe Nicola Brancaccio, il quale riuscì a scoprire la sua introversione guidandolo nella vita notturna di Napoli.

Vittorio Emanuele III descrisse quel periodo della sua vita come il più bello.

A Napoli imparò perfettamente il napoletano (oltre al piemontese e alle altre 2 lingue che conosceva) ed ebbe anche diverse amanti.

All’interno dell’ambiente militare invece, Vittorio Emanuele III si dimostrò estremamente rigido e pignolo.

Proprio per questa sua peculiarità entrò in conflitto con un ufficiale del 10° reggimento bersaglieri, Luigi Cadorna.

Tra i due nacque una forte antipatia che durò tutta la vita, soprattutto quando Cadorna divenne Generale dell’Esercito durante la Prima Guerra mondiale.

Successivamente la questione del matrimonio del principe divenne una questione che doveva essere risolta.

Vittorio Emanuele III giovane

Il principe a 25 anni non mostrava alcun’intenzione di sposarsi.

Questo problema attirò persino l’attenzione dello stesso Kaiser di Germania Guglielmo II.

Dopo numerosi tentativi fallimentari di combinazioni per il fidanzamento.

Il 24 ottobre a Roma, Vittorio Emanuele III sposò la principessa Elena di Montenegro, la cui famiglia era fortemente legata alla Famiglia Imperiale Russa.

Il fidanzamento tra Vittorio ed Elena fu una totale cospirazione che vide la partecipazione di tutte le casate reali d’Europa in pratica.

Il principe al contrario, ne era completamente all’oscuro.

Il primo incontro il Principe e la Principessa di Montenegro venne pianificato a Venezia nel 1895 e incredibilmente Vittorio Emanuele rimase colpito dalla bellezza della principessa Elena.

Il secondo incontro avvenne all’incoronazione dello Zar Nicola II, in quell’occasione il Principe si convinse dell’interesse per Elena.

Ovviamente, Vittorio Emanuele non era a conoscenza del complotto e Umberto I e Margherita di Savoia accolsero di buon grado la cotta del figlio.

Con l’assassinio del padre Umberto I nel 1900, Vittorio Emanuele III diventa Re d’Italia

Durante i primi anni del suo regno esercitò una rilevante iniziativa della politica estera. Mantenendo sempre la Triplice Alleanza, avvicinò l’Italia alle altre potenze escluse, in particolare Russia e Francia.

Inoltre, appoggiò l’iniziativa coloniale intrapresa da Giolitti, con la conquista della Libia e l’annessione del Dodecaneso, in seguito alla Guerra contro l’Impero Ottomano.

La prima grande responsabilità per Vittorio Emanuele III arrivò nel 1915, quando sostenne l’intervento nella Prima Guerra Mondiale passando a combattere a fianco dell’Intesa.

Al termine del conflitto, il sovrano portò a casa una vittoria sofferta. E proprio per le sue abituali apparizioni sul fronte si guadagnò il nome di “Re Soldato“.

Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini

La seconda grande responsabilità che si prese fu quella di permettere la salita al governo di Benito Mussolini.

A guerra finita l’Italia attraversò un forte periodo di tensioni sociali che i governi liberali dell’epoca non riuscirono a controllare. Il partito Fascista di Mussolini in quegli anni raccolse un ampio esito in tutto il paese.

Così nel 1922, Vittorio Emanuele III affidò proprio a Benito Mussolini il compito di formare un governo. Nonostante le poca fiducia che riserbasse nei confronti di Mussolini, Vittorio Emanuele si fidava ancora meno dei suoi oppositori.

Probabilmente il Re temeva che l’esercito si potesse ribellare contro di lui.

O magari ritenne semplicemente che, nonostante i metodi del fascismo, quest’ultimo sarebbe riuscito a fermare le rivolte che imperversavano in tutte la nazione. Tuttavia il risultato non fu quello sperato.

L’Italia divenne presto un paese instabile, con leggi razziali e antidemocratiche. Dalle sanguinose imprese coloniali in Etiopia fino all’alleanza con la Germania Nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.

Vittorio Emanuele iii anziano
Vittorio Emanuele III di Savoia, l’ultimo Re d’Italia

Il Re condannò tardi il regime di Mussolini.

Ormai nel 1943, l’Italia era un paese martoriato dalla guerra e dopo l’invasione alleata del ’42, Vittorio Emanuele decise che fosse necessario un armistizio.

Così, destituì Mussolini e l’8 settembre del 1943 e firmò l’Armistizio con gli anglo-americani, affidando il governo provvisorio a Badoglio.

In seguito, Vittorio Emanuele III dovette abbandonare la capitale, occupata dall’esercito tedesco, e dirigersi in direzione Brindisi.

La sua fuga mandò il paese e l’esercito italiano nel caos, permettendo ai tedeschi di riorganizzarsi, liberare Mussolini ed invadere la Penisola, condannandola ad altri due anni di guerra.

Con la fine del conflitto, Vittorio Emanuele abdicò il 9 maggio del 1946, lasciando la corona a suo figlio Umberto II di Savoia.

Un mese dopo, il 2 giugno del 1946, nacque la Repubblica Italiana che pose fine alla monarchia.

Perciò Vittorio Emanuele III si esiliò ad Alessandria d’Egitto, dove emanò il suo ultimo respiro il 28 dicembre del 1947.

La sua salma tornò in Italia solo nel 2017.

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Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media