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Spostamento della capitale da Torino a Firenze: i retroscena dell’Unità d’Italia

Da Giulia Licari

Novembre 14, 2020

Sky line di firenze con cielo blu

Unità d’Italia: perché ci fu lo spostamento della capitale da Torino a Firenze?

I motivi e i retroscena che non tutti conoscono.

Le vicende dell’Unità d’Italia le conosciamo bene: con la Seconda Guerra di Indipendenza e la Spedizione dei Mille di Garibaldi, i moti risorgimentali riuscirono a riunire in un unico regno i vari stati italiani.

Nel 1861 Vittorio Emanuele II alzò il suo grado da Re di Sardegna a Re d’Italia, mantenendo la sede a Torino, che divenne prima capitale d’Italia.

Ma già si sapeva che la città piemontese sarebbe stata una soluzione temporanea. Fin dall’inizio l’obiettivo era quello di spostare la capitale a Roma per motivi di centralità territoriale e continuità storica.

Tuttavia lo spostamento della Capitale da Torino fu anche parte di una strategia politica.

Le altre ragioni dello spostamento della capitale

Firenze foto in bianco e nero fine 1800

Mancava il territorio romano a completare il puzzle del’Italia Unita.

Napoleone III avrebbe ritirato le proprie truppe dai territori della Santa Sede, ma solo in cambio di una garanzia della rinuncia degli italiani alla conquista di Roma.

Così, il presidente del consiglio Marco Minghetti favorì lo spostamento della capitale da Torino a Firenze.

Vittorio Emanuele II firmò l’accordo il 15 settembre 1864, ma si preoccupò di tenere segreto il vincolo dello spostamento della capitale da Torino.

Tutto ciò per evitare che gli italiani sapessero che la decisione fosse frutto della pressione di un governo estero. Nonostante il riserbo ministeriale, i dettagli dell’accordo con i francesi iniziarono a circolare già dopo un mese.

La diffusione di notizie frammentarie e la presa di posizione politica dei giornali portò ad accuse contro il governo. Si aggiunsero addirittura voci di possibili cessioni di territorio piemontese alla Francia.

Tutto questo finì per attizzare un fuoco di rivolta popolare.

Le stragi di Torino del 21 e 22 settembre 1864

Spostamento della capitale da Torino

Il 20 settembre si svolse una manifestazione per le vie della città piemontese contro lo spostamento della capitale da Torino, con la partecipazione di migliaia di persone.

Molti, infatti, vedevano lo spostamento della capitale come una minaccia allo sviluppo economico della città.

Il 21 settembre 1864, ci furono scontri tra manifestanti e forze dell’ordine in piazza San Carlo a Torino.

Nel pomeriggio poi una folla di civili armati di bastoni tentò di avvicinarsi alla sede del Ministero dell’Interno in Piazza Castello.

I carabinieri a difesa del ministero spararono sui manifestanti causando 15 vittime.

La sera seguente, il 22 settembre, scoppiarono altri tumulti in Piazza San Carlo, coinvolgendo ancora allievi carabinieri che nella confusione spararono indiscriminatamente sulla folla.

Colpirono anche i membri di un battaglione di fanteria che stavano attraversando la piazza, i quali aprirono a loro volta il fuoco: nel tiro incrociato rimasero uccise 47 persone tra militari e civili.

I fatti di Torino provocarono la caduta del governo Minghetti, oltre a diverse inchieste ufficiali da parte di commissioni parlamentari.

Nonostante ciò a tutti gli arrestati fu concessa un’amnistia generale nel febbraio 1865.

Lo stesso anno, Firenze divenne capitale d’Italia, anche se per breve periodo, ovvero fino al 1871, anno in cui, dopo la breccia di Porta Pia, Roma venne annessa al Regno d’Italia.

E così il 2 luglio 1871 Vittorio Emanuele II, primo re di Roma si insediò ufficiosamente al Quirinale, nella città che ancora adesso è la nostra capitale.

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Giulia Licari

Laureata in Lingue e Culture per il Turismo, con un Master online in Comunicazione digitale, Web marketing e Social media management (SDB), attualmente sto frequentando il corso di laurea magistrale in Comunicazione, ICT e Media . Da sempre amante di Torino e appassionata di comunicazione web e Seo