Il significato di Cerea, il ciao piemontese
Da Alessandro Maldera
Aprile 18, 2016
Cerea, il ciao piemontese: storia, derivazioni e curiosità di questo saluto
In primis, cerea! Ma perché proprio “cerea”? Quali le origini di una delle parole piemontesi per antonomasia?
Il termine che in dialetto piemontese sostituiva o si alternava al nostro attuale “ciao” o “buongiorno”, sembra portarsi dietro due possibili derivazioni. Una risale ai greci, l’altra è più vicina ai tempi odierni.
Prima di continuare però è meglio precisare come il termine, in più al “ciao” odierno, ha dalla sua anche una riverenza che il classico piemontese ha cura di dare nei rapporti interpersonali. Insomma, amico di tutti amico di nessuno.
La possibile origine greca di questa parola e gli altri significati
Ritornando all’etimologia della nostra parola, il riferimento al greco arriva dalla palese somiglianza con la parola caireo che in greco significa difatti “buongiorno” ma anche “gioisco”; strascico dell’influenza greco-bizantina rimasta nel Bel Paese a seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
L’altra alternativa, e non sta a noi dire se più o meno pertinente, è la contrazione e modifica dall’uso comune della frase “saluto alla signoria vostra”. Dove proprio il “signoria” viene ripreso e riadattato per un uso più rapido e funzionale divenendo “sereia” o “serea”.
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Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende