Dialetto piemontese? Una lingua vera e propria
Da Alessandro Maldera
Maggio 16, 2012
Ebbene sì, il dialetto piemontese si può considerare una lingua a tutti gli effetti.
Il dialetto piemontese appartiene al gruppo definito dall’asse immaginario La Spezia-Rimini che separa i dialetti settentrionali da quelli centro meridionali. I primi, infatti, appartengono alla Romània occidentale, i secondi alla Romània orientale.
Appartiene inoltre all’altro grande gruppo dell’Europa latinizzata che, procedendo da ovest verso est, distingue i dialetti gallo-italici. Qui troviamo il lombardo, il ligure, l’emiliano, e il romagnolo, e il nostro piemontese.
Ciò che differenzia una lingua da un dialetto è, la valenza sociolinguistica
La lingua italiana è quella impiegata nella comunicazione all’interno della Repubblica Italiana (e della Repubblica di San Marino e nel Canton Ticino elvetico). I dialetti, invece, hanno uso più limitato, in qualche caso si limitano all’uso familiare.
E’ pur vero che, bisogna riconoscere, all’interno della famiglia dei dialetti italiani vi sono distinzioni che riguardano il loro modo di impiego e diffusione.
Il dialetto nei giovani
Abbiamo sicuramente tutti notato come a Torino e in Piemonte in generale sia facile sentire parlare un piemontese stretto e fluente. Dai nostri nonni, alle signore al mercato rionale, mentre sia più difficile trovare un ventenne che discuta in dialetto con i propri amici o una ragazza che comunica alla propria amica che nel pomeriggio andrà dal “pruché”.
L’uso tra i giovani del piemontese si limita a qualche parola o detto. A differenza, per esempio, del dialetto napoletano che, in Campania, è impiegato anche dai giovani nel linguaggio di tutti i giorni.
Alla fatidica domanda se, il dialetto in generale sia o non sia da considerarsi vera e propria lingua, l’autorevole Accademia Della Crusca risponde forse
Sì e no per le ragioni anzidette. Bisogna però tener presente che chi oggi sostiene tale affermazione lo fa come reazione a un periodo di grande disprezzo per i dialetti.
È significativo che anche nell’ambito del linguaggio ufficiale dell’Unione Europea si parli esclusivamente di lingue minoritarie, meno diffuse, di quelle regionali .
Insomma, nulla ci vieta di continuare a considerare il nostro ricco dialetto Piemontese una lingua!
Tuttavia i letterati linguisti sono preoccupati: lingua o no, bisogna riconoscere che il dialetto piemontese è un bene da custodire. E quindi non possiamo affidare solamente la sua conservazione alle passate generazioni perché questo andrà mano mano perdendosi.
Laura Savina
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende