5 curiosità su Pietro Micca (l’eroe di Torino)

Tutti i torinesi, fin dall’infanzia, sono cresciuti con il mito di Pietro Micca
Il soldato nato a Sagliano (Biella) e sacrificatosi a Torino la notte tra il 29 e 30 agosto per impedire l’avanza delle truppe francesi, pronte ad entrare in città.
Un gesto, quello di far saltare in aria una galleria della Cittadella con una carica di esplosivo, che è valsa la riconoscenza eterna di una città intera.
Torino che ancora lo ricorda con un museo a lui dedicato.
Ma soprattutto con un’importante e centrale via che porta il suo nome.
Un mito, però, di cui si conosce poco se non l’eroico atto, ma che vale la pena approfondire.
Scopriamo insieme alcune Curiosità legate al nostro paladino.
Pietro Micca: un soldato per necessità
Pietro Micca, in dialetto piemontese Pè Mica, diventa soldato per necessità e non per vocazione.
Il giovane, infatti, si arruolò nel esercito del Ducato di Savoia solo una volta perso il lavoro di muratore che svolgeva in provincia di Biella.
Insomma, trovandosi disoccupato, e con una moglie e figlio a carico, Micca non trovò occupazione migliore che quella di impugnare le armi.
Pietro Micca per tutti era PassPartout
Un soprannome, quello dato al soldato dell’esercito sabaudo, di cui non è ancora chiara l’origine.
La tesi più accredita è che il nomignolo si riferisca alla capacità del minatore Micca nel riuscire a passare in ogni anfratto e galleria con una certa facilità e velocità.
Merito del fisico asciutto e magro, probabilmente dovuto alle difficoltà economiche che aveva prima di arruolarsi, che gli impedivano di tenere un regime alimentare completo.

Mito o soldato maldestro
La storia della leggenda di Micca narra che l’uomo, all’epoca ventinovenne, decise di sacrificarsi per evitare che i soldati francese sfondassero nella Cittadella.
Decise di far esplodere un barilotto di 20 kg di polvere da sparo, usando una miccia corta, conscio che questa decisione gli sarebbe valsa la vita.
Questo gesto eroico però venne messo in dubbio dal capitano della guarnigione durante l’assedio di Torino del 1706.
Secondo quest’ultimo, il conte Giuseppe Maria Solaro della Margherita, la morte di Micca non fu un gesto eroico, ma un mero errore di calcolo da parte del soldato.
Il minatore Micca utilizzò una miccia troppa corta, avendo considerando erroneamente la posizione in cui era stato collocato l’esplosivo.
Un atesi che nei secoli ha perso rilevanza, non macchiando l’eroismo del gesto compiuto da Pass Partout,

Il pane nel destino di Micca
Singolare è anche l’ultima frase pronunciata da Micca al suo commilitone presente nella galleria per esortarlo a scappare , prima che lui si facesse saltare in aria.
< Alzati, vai salvati, che sei più lungo di una giornata senza pane>.
Micca sosteneva che il commilitone fosse troppo lento per far esplodere in tempo l’esplosivo, e quindi riuscire a fermare l’avanza dei francesi.
Una frase che riuscì nell’intento di far scappare il compagno d’armi che sopravvissè e rese pubblico l’accaduto.
Singolare è che alla vedova Micca, dopo che questa aveva fatto richiesta di un vitalizio, il primo re di casa Savoia, Vittorio Amedeo II, concesse due forme di pane al giorno.
La donna si risposò, ebbe un altro figlio, ma non si trasferì mai a vivere a Torino.
Un paese in onore di Micca
Il paese natio di Pietro, Sagliano, modificò il proprio nome aggiungendo al fondo Micca.
Ancora adesso che il paese si chiama Adorno Micca, a seguito della fusione di Andorno, il nome dell’eroe sabaudo resiste.
La casa di Micca è stata conservata come era nel 1706 e le cronache narrano che Giuseppe Garibaldi la visitò più volte quando giungeva a Torino,
Un tributo che il protagonista del Risorgimento Italiano volle dare all’eroe di Torino.
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