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18 aprile 1945: lo sciopero di Torino prima dell’insurrezione

Da Alessandro Maldera

Aprile 18, 2024

folla di persone attorno carro armato - foto bianco e nero

Il 18 aprile 1945 è una data che segna un momento cruciale nella lotta di Liberazione. In questa giornata, la città di Torino viene paralizzata da uno sciopero generale, chiamato dal Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che coinvolge non solo gli operai, ma anche una vasta parte della popolazione torinese. Questo sciopero pre-insurrezionale rappresenta l’ultimo evento prima dell’atto decisivo della Liberazione del 25 aprile.

Contesto storico

Nell’aprile del 1945, Torino è un luogo intriso di tensione e violenza. Gli operai e i militanti antifascisti vengono arrestati, torturati e uccisi dai tedeschi e dai fascisti della Repubblica Sociale Italiana (RSI). Di fronte al rifiuto degli operai di sostenere il fascismo e la guerra, la repressione si abbatte duramente su di loro. Tuttavia, il movimento antifascista risponde con attacchi e agitazioni. Le condizioni per un’insurrezione generale si stanno lentamente maturando.

Lo Sciopero Generale

Il 18 aprile 1945, Torino si ferma. Lo sciopero coinvolge fabbriche, scuole, servizi e commercio. Gli operai escono in massa dagli stabilimenti, dimostrando una forte adesione allo sciopero. Tutte le scuole compresa l’Università, rimangono chiuse nonostante l’ordine di riprendere le lezioni da parte delle autorità. I tram, i treni e i servizi postali e telefonici vengono completamente interrotti. Nonostante i tentativi dei fascisti di far ripartire i tram con volontari al volante, i risultati sono solo danni alle vetture e ai passeggeri.

soldati al centro di via Roma - fotografia in bianco e nero

Resistenza

La repressione da parte delle forze tedesche e fasciste si fa sentire, ma lo sciopero ha successo e la repressione non riesce ad imporsi. Solo in alcune fabbriche, come la Fiat Fonderie Ghisa e la Grandi Motori, le milizie fasciste impediscono l’uscita degli operai, ma non la sospensione del lavoro. La Fiat Mirafiori viene bloccata e gli operai rimangono in sciopero all’interno delle officine. Nel pomeriggio del 18 aprile, il successo dello sciopero diventa evidente: Torino è pronta per affrontare l’atto finale della lotta di liberazione, lo sciopero insurrezionale e lo scontro aperto del 25 aprile 1945.

La mattina del 18 Aprile 1945

La mattina del 18 aprile 1945, inizia lo sciopero generale voluto dal Comitato di Liberazione Nazionale di Torino come prova generale dell’insurrezione. Gli operai di Borgo San Paolo e di Regio Parco sono i primi a fermarsi, ma a metà mattina l’intera città è paralizzata. Le strade sono piene di manifesti inneggianti allo sciopero e alla rivolta. Anche nelle zone periferiche, come Regio Parco e Barriera di Milano, la situazione è la stessa. Verso le 9.30, si diffondono le prime notizie di scioperi a Borgo San Paolo e in meno di mezz’ora tutte le industrie sono ferme. Il servizio tranviario funziona al meglio fino alle 11, ma nel pomeriggio, alcune vetture tranviarie circolano guidate da fascisti o volontari, seguendo l’esempio di quanto accaduto l’anno precedente a Milano.

Le Fabbriche e lo Sciopero Generale

Le fabbriche torinesi svolgono un ruolo fondamentale nello sciopero generale del 18 aprile 1945. Gli operai, uniti nella lotta di liberazione, escono dagli stabilimenti per unirsi alla protesta. Le fabbriche del primo settore, come Lancia, Spa e Aeritalia, vengono occupate già la sera del 25 aprile. Anche le imprese del secondo settore, come Ferriere e Savigliano, vengono occupate dagli operai. Tuttavia, quelle del terzo settore, come Mirafiori e Lingotto, incontrano ancora delle difficoltà. Nonostante la reazione nazifascista che cerca di riprendere il controllo delle fabbriche, alcune rimangono sotto il controllo operaio.

bandiera italiana con logo CLN

La repressione nazifascista

La reazione delle forze nazifasciste non si fa attendere. Nella notte tra il 26 e il 27 aprile, le milizie nazifasciste cercano di riprendere il controllo della Prefettura, del Comune e della sede della “Gazzetta del Popolo”. Tuttavia, non riescono a ristabilirsi completamente, grazie alla resistenza delle fabbriche e dei ponti difesi dagli operai e dalle formazioni partigiane. Nonostante i tentativi di trattative diplomatiche e l’offerta di sgomberare la città in cambio del libero transito per le truppe tedesche, il Comitato di Liberazione Nazionale respinge le proposte e le azioni dei nazifascisti.

Insurrezione Generale del 18 aprile 1945 sciopero Torino

Il 24 aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale emana l’ordine di insurrezione generale. Le formazioni partigiane delle zone operative attorno a Torino ricevono l’ordine di marciare sulla città. L’insurrezione ha due fasi: gli operai e le formazioni paramilitari delle Squadre di Azione Patriottica (SAP) danno l’avvio all’insurrezione, mentre le formazioni partigiane provenienti dalle vallate circostanti entrano in città il 27 aprile. Nonostante la scarsità di armi e le difficoltà dei collegamenti, i partigiani riescono ad occupare i centri del potere, le caserme e le fabbriche. Continua l’azione dei cecchini nazifascisti, ma l’arrivo degli Alleati il 3 maggio segna la fine dell’insurrezione e la liberazione definitiva di Torino.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende