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Cascina Airale: da granaio Reale al lungo abbandonato

Da Alessandro Maldera

Marzo 28, 2024

cascina in primo piano di giorno

La Cascina Airale nel parco della Colletta, situato nel quartiere Vanchiglietta di Torino, è un tesoro storico che affonda le sue radici nel passato. Questo antico edificio rurale, sito in in via Giacomo Zanella 17 è un testimone di secoli di storia, ma purtroppo diventato un simbolo di degrado e abbandono. Tuttavia, la sua importanza culturale e il suo potenziale di valorizzazione lo rendono un’opportunità per la città

Antica Dimora dei Savoia

La Cascina Airale ha origini che risalgono a prima dell’acquisto da parte Emanuele Filiberto nel 1567, quando il Duca acquistò il Viboccone. I documenti dell’epoca testimoniano che la proprietà comprendeva “il ristretto del’Ayralle col suo ricetto medievale. Il toponimo “Airale” deriva dal termine latinoajra” o “aia“, che indicava il luogo centrale alla corte, dove si batteva il grano. Inizialmente, la cascina fungeva da granaio della Real Casa, all’interno del Regio Parco. Fu una delle proprietà dei Savoia nell’area del Regio Parco come un territorio di caccia tra le residenze di Lucento e la Reggia di Venaria, più vicino al centro della città.

L’edificio con il suo impianto planimetrico a “C” di notevoli dimensioni, faceva parte di un complesso di cascine chiamate “grange”, indispensabili per il sostentamento durante i soggiorni della corte nelle residenze di campagna. Nel corso dei secoli, la cascina ha mantenuto la sua struttura originale, senza subire modifiche rilevanti.

Durante l’assedio francese del 1706, la cascina Airale svolse un ruolo fondamentale nella difesa del Regio Parco, fornendo viveri alle truppe piemontesi fino alla vittoria finale. Nel corso degli anni, la struttura ha resistito a numerosi cambiamenti e progetti di sviluppo, incluso il progetto di costruire un porto fluviale sul fiume Po nel Novecento.

Foto cascina in bianco e nero

Declino e abbandono

Nonostante l’importanza storica, la Cascina Airale è stata abbandonata e ridotta a un rudere. L’edificio è stato gravemente danneggiato durante un bombardamento degli Alleati avvenuto l’8 dicembre 1942 durante la Seconda guerra mondiale e non è mai stato completamente restaurato. Oggi, la cascina si trova in uno stato di estremo degrado, con solo alcune mura perimetrali e piccole porzioni del fabbricato ancora in piedi.

Nel corso del XX secolo, la cascina Airale sopravvisse a un progetto che avrebbe portato al suo abbattimento per costruire un porto fluviale sul Po. Nel 1978, dopo l’esproprio degli ultimi proprietari, la cascina divenne di proprietà comunale, in previsione della realizzazione del Parco della Colletta. Nonostante ciò, la struttura venne dichiarata inagibile e rimase in uno stato di abbandono.

La situazione attuale rappresenta una sfida per le autorità locali e gli appassionati di storia e cultura. Nonostante gli sforzi per preservare e valorizzare la Cascina Airale, la sua ristrutturazione si è rivelata troppo costosa e complessa da realizzare. Gli alti costi di riparazione e il deterioramento strutturale hanno reso impossibile il recupero dell’edificio. Pertanto, la Cascina Airale è rimasta in uno stato di abbandono, diventando un rifugio per spacciatori e senzatetto.

cascina diroccata di giorno-alberi verdi

Futuro incerto

Nonostante le chiare problematiche, ci sono ancora speranze di salvare e riportare al suo antico splendore l edificio nel Parco Colletta. L’amministrazione comunale ha preso in considerazione molte soluzioni tra cui la cessione della struttura per cercare soluzioni alternative che possano restituirla alla comunità.

E non sono mancate le proposte. Legambiente, ad esempio, ha suggerito di trasformarla in un centro di educazione ambientale rivolto all’infanzia. Questa proposta mira a preservare il patrimonio storico della cascina e allo stesso tempo offrire un luogo di apprendimento per le nuove generazioni. Altre idee prevedevano la trasformazione della cascina in uno spazio per eventi culturali, un centro per le arti o un punto di riferimento per la comunità locale. Tuttavia, ad oggi è tutto fermo. Qualsiasi progetto futuro dovrebbe tenere conto delle restrizioni imposte dalla tutela del patrimonio culturale e dei costi di riparazione. La ricerca di finanziamenti, partenariati pubblico-privato e il coinvolgimento della comunità sono fondamentali per garantire un futuro migliore per questi luoghi storici.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende