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I fiumi del Piemonte di nuovo in difficoltà ad ottobre

Da Alessandro Maldera

Ottobre 09, 2023

I fiumi del Piemonte stanno affrontando una nuova situazione di malessere. A causa di una combinazione di mancanza di piogge e sfruttamento idrico intensivo, i bacini d’acqua della regione stanno vivendo di nuovo un deficit idrico significativo. In particolare, il fiume Po e il Tanaro sono tra i più colpiti, con una diminuzione delle risorse idriche stoccate che inizia a farsi sentire.

Condizioni attuali dei fiumi nel Piemonte

Secondo l’ultimo bollettino dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), molti corsi d’acqua nel Piemonte stanno soffrendo di un deficit idrico significativo. Il fiume Tanaro, ad esempio, è colpito da una diminuzione delle risorse idriche del 40%, mentre il fiume Po a San Sebastiano registra un deficit idrico complessivo di oltre il 12% rispetto alla chiusura del bacino. Questi dati evidenziano la gravità della situazione, che persiste nonostante le misure prese per affrontare la siccità.

Le temperature più elevate rispetto alla media a settembre, con un aumento di 2,4° rispetto al terzo settembre più caldo del 1958, e le scarse precipitazioni, che sono diminuite del 14% rispetto alla media storica dall’inizio dell’anno e dell’11% solo il mese scorso, stanno aggravando la situazione dei fiumi e dei torrenti nel Piemonte. L’acqua scarseggia non solo in termini di quantità, ma anche di qualità. Solo la metà dei corsi d’acqua nel Piemonte presenta un indice biologico elevato, che tiene conto della presenza di organismi come pesci e batteri. Il 40% dei corsi d’acqua, invece, presenta uno stato sufficiente, ma richiede ancora misure per raggiungere un livello ottimale nei prossimi anni.

Cause del problema

La carenza di acqua nel Piemonte è il risultato di una combinazione di fattori. Innanzitutto, le scarse precipitazioni e le temperature più elevate hanno contribuito all’attuale situazione di siccità. Le piogge inferiori alla media e l’aumento delle temperature hanno portato ad un maggiore evaporazione dell’acqua presente nei fiumi e nei torrenti, riducendo così le riserve idriche disponibili. Inoltre, l‘intenso sfruttamento dell’acqua per scopi agricoli, in particolare per le colture idrovore come il mais e il riso, ha contribuito a esaurire ulteriormente le risorse idriche della regione.

La coltivazione del mais è particolarmente problematica in quanto richiede una grande quantità di acqua. Con 132 ettari coltivati, il mais è la coltura che consuma più acqua nel Piemonte. Segue il riso, con 116.000 ettari coltivati.

Impatto ambientale e misure necessarie

La scarsità di acqua non solo minaccia l’approvvigionamento idrico per le attività umane, ma ha anche un impatto significativo sull’ecosistema fluviale. Gli organismi che abitano i fiumi, come i pesci e i batteri, stanno soffrendo a causa della diminuzione delle risorse idriche e della qualità dell’acqua. È fondamentale adottare misure a lungo termine per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di queste specie.

Una delle soluzioni potrebbe essere di promuovere pratiche agricole sostenibili che riducano la dipendenza dall’acqua. L’adozione di tecniche di irrigazione efficienti e la diversificazione delle colture potrebbero aiutare a ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’approvvigionamento idrico. Inoltre, è importante promuovere la consapevolezza e l’educazione sul risparmio idrico tra la popolazione, incoraggiando l’uso responsabile delle risorse idriche.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende