Cronaca di Torino

La Sacra di San Michele candidata all’Unesco

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La Sacra di San Michele insieme ai 7 complessi monastici benedettini alto medievali dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco. E’ questo l’obiettivo ambizioso per il 2024 che si è posto il Politecnico di Torino insieme a numerosi partner locali. Tra questi la Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

Un percorso tutt’altro semplice, quello per ottenere il riconoscimento, che necessita una rigorosa ed esaustiva documentazione redatta da un comitato scientifico formato da esperti della valorizzazione del territorio.

L’idea è quella di rendere la nostra Sacra di San Michele il capo fila del complesso Unesco, che prendere il nome di ” Insediamenti benedettini alto medievali in Italia”

Un complesso di residenze religiose presenti in tutta la nostra Penisola, dal Piemonte alla Campania, attraverso Lazio e Lombardia, ma che vedrebbe la Sacra come fiore all’occhiello dei siti.

A breve partiranno i lavori per sviluppare il Piano di Gestione della candidatura che verrà presentato alla sede centrale dell’Unesco di Parigi.

Sarà necessario presentare un documetno che oltre a dimostrare il valore del sito, debba mostrare come i luoghi siano in grado di autofinanziarsi e rendersi economicamente autonomi per la loro futura tutela.

I complessi monastici benedettini coinvolti

  • San Pietro al Monte (Lombardia)
  • Subiaco (Lazio)
  • Montecassino (Lazio)
  • Farfa (Lazio)
  • San Vincenzo al Volturno (Molise)
  • Sant’Angelo in Formis (Campania)
  • San Vittore alle Chiuse (Marche)

La Sacra di San Michele

Il monumento religioso è sorto sul colle del monte Pirchiriano, a poca distanza da Torino: a mille metri di altezza. Non è certa la data di costruzione della Sacra di San Michele, intorno alla fine del 900, di certo è un monumento con più di 100 anni di storia.

Il luogo di culto dedicato all’arcangelo Michele è un santuario in stile architettonico gotico-romanico che per secoli ha ospitato i monaci benedettini, prima di essere abbandonato alla fine del 1600.

Fu re Carlo Alberto di Savoia a riqualificare il monastero e a collocarvi dei padri Rosminiani, che ancora risiedono e custodiscono la struttura religiosa.

Attualmente la Sacra di San Michele è una delle attrazioni preferite dai turisti del Piemonte.

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