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La Regione si mobilità contro i cinghiali in Piemonte, tra incidenti e danni ai raccolti

Da Alessandro Maldera

Luglio 10, 2021

Famiglia di cinghiali in un bosco d'estate

La Regione vuole affrontare il problema dei cinghiali in Piemonte e chiede maggiori poteri allo Stato per intervenire.

Il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in un incontro con i rappresentanti di Coldiretti in piazza Castello, ha affermato di voler andare a fondo della questione, ma che, per farlo, ha bisogno di maggiore autonomia da Roma. Per intervenire, l’amministrazione regionale vuole mobilitarsi in base alle proprie esigenze e alle richieste dei propri cittadini.

Con la diffusione del virus e l’esplosione dell’emergenza sanitaria, i cinghiali si sono riprodotti in maniera impressionante. Questo grazie alla riduzione drastica della caccia, un’attività notevolmente limitata a causa del lockdown e delle chiusure forzate dei mesi successivi. Una tendenza che ha riguardato altri mammiferi considerati “pericolosi” come i lupi, anche loro aumentati a dismisura negli ultimi mesi e diventati sempre più un problema concreto.

Ora, con gruppi così nutriti di cinghiali e lupi, emergono tutti i problemi legati a questa riproduzione di massa. Gli agricoltori lamentano danni irreparabili ai raccolti e al bestiame, con interi allevamenti decimati dagli attacchi.

Come si intende affrontare la questione cinghiali in Piemonte

Le continue lamentele giunte alla Regione Piemonte accomunano anche altre realtà italiane, che si trovano a fare i conti con questo disagio. Le lungaggini nelle decisioni da Roma, però, spingono le amministrazioni locali a chiedere più autonomia, per porre rimedi più rapidi e contenere la situazione.

Intere riserve agricole (e, di conseguenza, le famiglie che ci vivono) sono esposte a innumerevoli pericoli, dato che gli animali si fanno sempre più aggressivi nella ricerca del cibo per la sopravvivenza. Per ridurre il numero dei mammiferi in circolazione servirebbe però una politica di abbattimenti mirati. Ciò significherebbe ridimensionare i gruppi di cinghiali, riducendo gli esemplari da sfamare e rendendoli meno pericolosi negli spostamenti.

Tra i provvedimenti da attuare si valuta appunto l’abbattimento selettivo. Un’opzione accolta con favore da molti cittadini, che trova però l’opposizione delle associazioni animaliste. Nel corso delle prossime settimane occorrerà trovare soluzioni che mettendo tutti d’accordo, che guardino alla salute degli animali, ma che proteggano soprattutto famiglie e agricoltori da disastri di proporzioni non indifferenti.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende