Torino: piazza Statuto è sorta per un errore

Piazza Statuto è una delle piazze simbolo di Torino.
Progettata nel 1846 e inserita all’interno del regio decreto d’ingrandimento parziale di porta Susa e Valdocco dell’11 agosto 1851.
Venne però realizzata solamente tra il 1864 e il 1865, finanziata da una società straniera inglese di nome International Financial Society of London.
La piazza neoclassica si poneva come ideale completamento dell’antico decumanus della città e fondamentale innesto urbanistico con l’obli quo stradone di Rivoli (oggi corso Francia) e l’antica strada di Francia (l’attuale via San Donato).

Ebbene vi è dato sapere che quest’opera architettonica che ha immesso nella nostra città una delle sue piazze simboli altro non è che frutto di un errore.
Si, perché la società inglese a cui ho accennato sopra la finanziò con la convinzione che Torino sarebbe rimasta la capitale del Regno d’Italia ancora per lungo tempo.
E, invece, una volta stipulato l’accordo, la capitale fu trasferita a Firenze nel 1865.
Si può dire dunque che, ogni tanto, gli errori portano a qualcosa di buono, anche se comunque questa piazza è malvista in ambito occulto.
Innanzitutto perché, già in epoca romana, la parte occidentale dove sorge è il luogo in cui il sole tramonta.
Dove dunque cominciano le tenebre e, per questo motivo, fuori dalla Porta Segusina.
Più precisamente verso il pendio che attualmente porta a confluire con corso Regina Margherita, venivano crocifissi i condannati e tumulati i defunti.
Poi anche perché, nel 1864, fu teatro di violentissimi scontri in occasione del trasferimento della capitale.
Una storia accidentata e piena di avvenimenti che aumentano il valore storico e culturale di una piazza che non avrebbe mai dovuto esistere.