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Oro nel Monte Rosa. No alle estrazioni: è pericoloso

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Occupano una superficie di 20 chilometri quadrati i giacimenti auriferi che riposano all’interno del Monte Rosa.

A segnalarlo, dopo vari studi, è stata Rita Mabel Schiavo, dell’Associazione Didattica Museale che al quotidiano La Repubblica ha affermato : “Ebbene sì, in Italia c’è l’oro. La riserva contenuta nel Monte Rosa è persino più produttiva dei grandi giacimenti sudafricani“.

I 60 chilometri di gallerie sotto il massiccio montuoso, rendono infatti testimonianza non solo della veridicità di quanto detto dalla Schiavo, ma anche del lavoro iniziato dai nostri avi nella Valle Anzasca.

L’ultima miniera d’oro della zona, in provincia di Verbania, fu difatti chiusa nel ’61 dopo la morte di 4 uomini.

Oro nel Monte Rosa. No alle estrazioni: è pericoloso

Se qualche lettore sta quindi immaginando un avventuroso futuro nel Klondike piemontese, non troppo distante da Torino, si fermi subito.

Ciò non è possibile. L’estrazione è pericolosa per l’uomo quanto dannosa per l’ambiente.

Quello che si può fare invece è visitarne le miniere con i percorsi guidati e, come fanno molti, andare al massimo a caccia di pepite nel Ticino.

Quest’ultimo, come molti altri fiumi di origine alpina quali  il Po, Dora Baltea, Adda, Serio, Oglio, è difatti meta dei cercatori d’oro con licenza che, armati di secchi e setaccio, li scandagliano trovando anche 14 grammi d’oro al giorno; quando va bene.

A riguardo prosegue la Schiavo: “è possibile datare le prime concessioni aurifere già ai tempi di Plinio. Fino ad arrivare al secondo conflitto mondiale, quando erano 600 i ricercatori che con licenza ogni giorno tentavano la fortuna.

Ad oggi però le risorse sono drasticamente diminuite e la febbre dell’oro quindi, è guarita da tempo”.

Insomma, tra cibo degli dei, acqua spaziale e oro, non è che l’originario Eden fosse il Piemonte? Chissà..

D. Grilli

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