Brachetto d’Acqui: alla riscoperta di un vino afrodisiaco
Da Alessandro Maldera
Novembre 21, 2013
Il Brachetto d’Acqui è un vino rosso piemontese dolce e aromatico che sta riconquistando la sua fama negli ultimi anni. Sebbene meno conosciuto del Moscato, questo vino vanta una storia antica e un fascino unico. Già i romani conoscevano le virtù di questo vino, tanto da attribuirgli poteri afrodisiaci. Secondo la leggenda, Giulio Cesare e Marco Antonio inviarono alla Regina Cleopatra otri di “Vinum Acquense” per ben predisporla nei loro confronti.
Storia del Brachetto
Le prime testimonianze sulla storia del vino piemontese risalgono al 1817, quando il naturalista Giorgio Gallese lo definì “vino celebre”. In quel periodo, il Brachetto era anche esportato nell’America del Sud. Tuttavia, il suo declino è stato segnato dall’avvento della filossera, una malattia che ha devastato i vigneti alla fine della Prima Guerra Mondiale. I vignaioli, privilegiando vitigni più richiesti dal mercato, hanno trascurato il Brachetto. Negli anni ’50, però, il produttore Arturo Bersano ha contribuito al rilancio del vino, creando un Brachetto spumante fermentato in autoclave. Da allora, il Brachetto ha continuato a distinguersi tra i grandi vini aromatici.
Caratteristiche
La bevanda si presenta alla vista con un intenso colore rosso rubino, talvolta tendente al rosato o al granato chiaro. Il suo profumo è caratteristico, aromatico, con note di frutta rossa, come la fragola, e di rosa. Al palato, dona una piacevole dolcezza, una delicata freschezza e una struttura moderata.
La Zona di Produzione del Brachetto d’Acqui
La zona di produzione del Brachetto d’Acqui comprende alcuni comuni delle province di Alessandria e Asti.
In provincia di Alessandria, rientrano i comuni di
- Acqui Terme
- Terzo
- Bistagno
- Alice Bel Colle
- Strevi
- Ricaldone
In provincia di Asti, invece, troviamo i comuni di
- Vesime
- Cessole
- Loazzolo
- Bubbio
- Monastero Bormida
- Rocchetta Palafea
- Montabone
- Fontanile
- Mombaruzzo
- Maranzana
- Quaranti
- Castelboglione
- Castel Rocchero
- Sessame
- Castelletto Molina
- Calamandrana
- Cassinasco
- Nizza Monferrato
I Vitigni del Brachetto d’Acqui
Il vino è prodotto principalmente con il vitigno Brachetto, che deve rappresentare almeno il 97% del blend. Il restante 3% può essere composto da altri vitigni idonei alla coltivazione in Piemonte. Questa combinazione di vitigni conferisce al vino le sue caratteristiche uniche e raffinate.
Produzione
La produzione è regolamentata dal disciplinare DOCG. La resa massima è di 8 tonnellate per ettaro, mentre la densità minima di impianto è di 4.000 ceppi per ettaro. Il titolo alcolometrico volumico naturale minimo per il vino è del 11,5% vol., mentre per la versione spumante è del 12% vol. Per la versione passito, invece, il titolo alcolometrico volumico minimo è del 16% vol. Durante la produzione, tutte le operazioni, inclusa l’invecchiamento e l’imbottigliamento, devono essere effettuate nella zona DOCG.
Tipologie del Brachetto d’Acqui
Il vino si presenta in tre diverse tipologie:
- Rosso
- Rosato
- Spumante
Il Rosso ha un colore porpora intenso, mentre il Rosato presenta tonalità più chiare e delicate. Il Brachetto d’Acqui Spumante, invece, si caratterizza per il suo perlage fine e persistente. Ogni tipologia offre una prospettiva unica del vino, ma tutte condividono la dolcezza e l’aromaticità tipiche della bevanda
Abbinamento gastronomico
Il Brachetto d’Acqui trova il suo massimo connubio con le specialità della pasticceria secca dell’Alessandrino, come la torta di nocciole, le crostate di frutta e la bavarese ai lamponi. Inoltre, si abbina perfettamente a dessert a base di frutti di bosco. La sua dolcezza equilibrata e i suoi profumi intensi rendono il Brachetto d’Acqui il compagno ideale per i momenti di dolcezza e gioia.
Articolo aggiornato il 02/12/2023
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende
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