A Torino un tesoro nascosto alla Biblioteca Nazionale Universitaria
Da Alessandro Maldera
Giugno 07, 2013
Un patrimonio nascosto e prezioso, un patrimonio di carta, anzi, di pergamena.
Si tratta della ricchissima collezione di manoscritti della Biblioteca Nazionale Universitaria, uno dei pezzi più importanti ereditati dalle raccolte di Casa Savoia.
La biblioteca nacque nei primi anni del 1700 grazie a Vittorio Amedeo II.
Fu il principe Savoia, infatti, a promulgare nel 1718 la riforma dell’allora Regia Università di Torino, scegliendo la Biblioteca come deposito ufficiale dei volumi dell’ateneo
Una delle particolarità di sempre della collezione è, da sempre, la propria internazionalità, rendendo così Torino una capitale dell’intercultura ante litteram.
E non solo la prima Capitale del Regno d’Italia.
Vi sono, infatti alcuni manoscritti indiani su foglie di palma, dei papiri copti e un centinaio di codici ebraici e arabi.
Un bel segno di come la cultura, da sempre, sappia andare ben oltre i confini segnati sulle cartine.
Quanto si pensa ai manoscritti infatti, si tende a pensare sempre a libroni miniati e a biblioteche tipo quelle de “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco.
Invece i libri circolavano anche nel passato, e esistevano centri letterari anche oltre il confine degli Urali.
Purtroppo, i manoscritti presenti a Torino erano un numero molto più alto fino a un secolo fa: la notte tra il 25 ed il 26 gennaio del 1904, un incendio ha distrutto numerosi volumi, tra cui molti pezzi di valore.
Il “tesoro” della Biblioteca Nazionale è un tesoro per pochi: filologi, studiosi, studenti
Sarebbe affascinante poter esporre i pezzi migliori, ma bisogna proteggere la delicatezza di quelli che sono veri e propri oggetti d’arte.
Tra i pezzi più pregiati, il Trattato di medicina in lingua araba di ar-Razi (Rhasis) del Trecento, e un Historia Naturalis di Plinio del XV secolo, realizzata per la famiglia Gonzaga.
I manoscritti, però, non sono solo antichi: ci sono anche gli autografi, come quelli di Ugo Foscolo e di Silvio Pellico.
Pezzo super curioso è un frammento (quattro fogli) della Bibbia di Wulfila, che è l’unica opera conosciuta in lingua gotica.
Il frammento fa parte di un codice più ampio, conservato a Milano (uno dei pochi esistenti in Europa) ed è stato scoperto quasi per caso.
Se, come la maggioranza dei torinesi, non avete la possibilità di visionare tutte queste meraviglie, sappiate che la Biblioteca organizza mostre e d è un bel luogo da visitare tutti i giorni, perché si sente che ci passano i libri, le lettere, le parole.
Opere presenti all’interno della Biblioteca
- 763.833 volumi a stampa
- 2.095 periodici
- 4.554 manoscritti
- 1.603 incunaboli
- 10.063 cinquecentine
Contatti
- Indirizzo: piazza Carlo Alberto 3, Torino
- Orario: da lunedì al venerdì dalle ore 9,30 e alle ore 16
- Telefono: 011 – 8101111
- Email: [email protected]
- Per ulteriori informazioni consultare il sito web:
Giulia Ongaro
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende
Articoli correlati
Ufficiale: Cioccolatò torna a Torino nel febbraio 2025
Settembre 10, 2024