Torino, la città senza sanzioni per il fumo all’aperto
Da Alessandro Maldera
Luglio 22, 2024
Nell’aprile 2022, il Consiglio Comunale di Torino ha modificato il regolamento della polizia urbana, vietando il fumo all’aperto a meno di cinque metri di distanza dalle altre persone. Se questa “distanza di cortesia” non può essere rispettata, è necessario ottenere il consenso di chi si trova nelle vicinanze prima di accendere una sigaretta.
Con questa mossa, Torino è diventata la seconda città italiana, dopo Milano, a dichiararsi “smoke-free” negli spazi pubblici esterni. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, l’applicazione di questa norma sembra essere stata tutt’altro che semplice.
Apparente mancanza di controlli
Nonostante il divieto sia entrato in vigore da diversi mesi, le strade e le piazze di Torino sono ancora invase dal fumo delle sigarette. Nei dehors affollati, nelle stazioni degli autobus e persino sotto i celebri portici, non è raro imbattersi in fumatori che ignorano la nuova regolamentazione.
I vigili urbani di Torino hanno ammesso che finora non sono state comminate sanzioni o segnalazioni per violazioni del divieto di fumo all’aperto. Infatti, si tratta di una norma entrata in vigore da poco tempo, e l’attività di pattuglia della polizia è attualmente focalizzata sull’informazione ai cittadini, piuttosto che sulle sanzioni.
Iniziativa incompleta
Nonostante le critiche, è innegabile che l’introduzione del divieto di fumo all’aperto sia un passo avanti nella tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Tuttavia, sembra che l’attuazione di questa norma sia stata affrettata e non sufficientemente ponderata. Per garantire il successo di un’iniziativa simile, è fondamentale coinvolgere tutti gli attori interessati. Insomma, dai cittadini agli esercenti, passando per le forze dell’ordine. Solo attraverso una campagna di sensibilizzazione capillare e un’applicazione coerente delle sanzioni si potrà raggiungere l’obiettivo di rendere Torino una città davvero “smoke-free”.
Percorso da Completare
Mentre le polemiche continuano a infuriare, è evidente che il divieto di fumo all’aperto a Torino rappresenti solo il primo passo di un percorso più lungo e complesso. Affinché questa iniziativa abbia successo, sarà necessario un impegno costante da parte di tutte le parti coinvolte. Le autorità dovranno lavorare per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di rispettare la nuova normativa, fornendo al contempo indicazioni chiare agli esercenti su come gestire la situazione. Parallelamente, le forze dell’ordine dovranno essere pronte a intervenire con fermezza, applicando le sanzioni previste per scoraggiare le violazioni.
Solo attraverso un approccio coordinato e una collaborazione sinergica si potrà raggiungere l’obiettivo di rendere Torino una città davvero “smoke-free”, preservando la salute dei suoi abitanti e valorizzando il suo patrimonio culturale e ambientale.
Sfida Cruciale per il Presente e il Futuro
Il divieto di fumo all’aperto a Torino rappresenta una sfida cruciale non solo per la città stessa, ma anche per l’intera regione del Piemonte. L’esito di questa iniziativa potrebbe infatti influenzare le politiche ambientali e di salute pubblica di altre città e comuni della zona.
Superare le attuali criticità e rendere efficace il divieto di fumo all’aperto significherebbe dimostrare la capacità di Torino di affrontare con determinazione le sfide del presente e del futuro, ponendosi come un esempio virtuoso per l’intera regione.
Modello per altre città italiane
Se Torino riuscirà a superare le attuali difficoltà e a rendere efficace il divieto di fumo all’aperto, potrebbe diventare un modello virtuoso per altre città italiane che desiderano intraprendere un percorso simile.
L’esperienza di Torino potrebbe fornire preziose indicazioni su come coinvolgere tutti gli attori interessati, sensibilizzare i cittadini e applicare in modo coerente le sanzioni previste. Altre città potrebbero così trarre ispirazione dalle buone pratiche adottate a Torino, adattandole alle proprie esigenze specifiche.
Alessandro Maldera
Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende
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