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Produrre elettricità con un nastro biadesivo: nasce il nanogeneratore triboelettrico

Da Alessandro Maldera

Gennaio 30, 2023

La questione della produzione di energia elettrica da fonti alternative è più attuale che mai, alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi.

Le tensioni internazionali, la difficoltà a reperire risorse interne da parte di molti Stati, ma soprattutto l’impennata dei prezzi dell’energia che sta mettendo in difficoltà migliaia di imprese e famiglie stanno muovendo con una rinnovata forza propulsiva la ricerca a favore di soluzioni alternative. Ogni giorno assistiamo a una maggiore diffusione di impianti e sistemi in grado di integrare quelli tradizionali, col preciso scopo di abbattere i costi e incrementare l’autosufficienza produttiva. Un filone seguito certamente non solo da privati e singoli, ma anche da imprese e Istituzione.

Tenere in piedi tutto questo e soprattutto accelerare il processo di transizione ecologica, però, non è sempre semplice e immediato. Dietro impianti, circuiti, sistemi di accumulo c’è molto lavoro e soprattutto materiali spesso difficili da reperire “in casa”.

Da poco, però, è stata fatta una scoperta molto interessante nel settore, da parte dell’Università dell’Alabama,riuscita a progettare un sistema di produzione energetica semplicemente realizzando particolari strutture di biadesivi che fungono da nanogeneratore triboelettrico.

Cosa è un nanogeneratore triboelettrico?

Il nome può ingannare, trasmettendo un concetto molto più complesso di quello che sembra, ma in realtà ognuno di noi, a sua insaputa, ha avuto a che fare con un fenomeno del genere, molto più di frequente di quanto si possa immaginare.

Il nanogeneratore in questione, infatti, sfrutta l’effetto generativo di forza elettrica che si viene a creare strofinando tra loro materiali diversi. Avviene in questi casi una vera e propria formazione di cariche elettrostatiche che può aver luogo per strofinio. Si pensi, ad esempio, alla suola delle scarpe in gomma su un tappeto di nylon o al tappo della penna strofinato sulla manica di un maglione. Ma può avvenire anche solo per contatto, come quello che si può osservare srotolando proprio un nastro biadesivo.

Partendo proprio da questa logica, i ricercatori dell’Università dell’Alabama hanno elaborato questo nuovo sistema.

Cosa è stato osservato

Il rotolo biadesivo realizzato per l’esperimento prevede l’impiego di due strati diversi tra loro, plastica e alluminio, di cui il primo è isolante.

Cosa è accaduto strofinando tra loro questi elementi?

Che hanno generato una scintilla che, successivamente, è stata in grado di alimentare ben 400 lampadine al LED.

Probabilmente, anzi, certamente non è stato l’unico tentativo isolato di sfruttare l’energia triboelettrica. Le idee e gli esperimenti sui nanogeneratori si sono avvicendati con gli anni, ma i dispositivi ricavati, alla fine, generavano una potenza molto limitata e non utile a proporsi come sistema alternativo a quello tradizionale.

Il TENG, invece, progettato dall’Ateneo dell’Alabama può produrre una quantità di energia superiore a quella degli altri prodotti, persino del 47%.

Senza dubbio un enorme passo avanti in materia di energia sostenibile e ricerca di fonti alternative che possano rappresentare un’opzione valida da perseguire per far fronte alla riduzione degli sprechi e, al tempo stesso, garantirsi un approvvigionamento più sicuro.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende