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Aumenta il divario tra le morti e le nascite, Piemonte mai così male

Da Simone Nale

Marzo 31, 2021

Culla con bambini

Per quanto il 2020 possa aver portato più danni che altro, il Piemonte sembra ormai entrato in una spirale demografica di denatalità dalla quale sarà difficile riprendersi.

I dati eccezionali dell’ultimo potenziano ulteriormente una tendenza che ormai affligge la Regione da dieci anni a questa parte.

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In Piemonte infatti, dal 2011 si è cominciato ad assistere ad un forte calo delle nascite, accompagnato da un costante aumento delle morti.

Un andamento che a inizio secolo probabilmente nessuno si sarebbe aspettato.

Nel corso del primo decennio del Ventunesimo secolo infatti, la regione sub-alpina aveva visto un netto miglioramento dei suoi indicatori di natalità.

Al tempo erano le donne con cittadinanza straniera a tenere alte le nascite piemontesi, ma anche un lieve recupero della fecondità in età tardiva per le donne italiane ha aiutato ha mantenere un saldo naturale positivo.

Ma ad oggi gli effetti dell’emergenza sanitaria e delle recessione economica si fanno sentire su tutti i fronti, trascinando il numero delle nascite sempre più in basso e, dall’altra parte, facendo sbalzare in alto il numero dei decessi come mai si era registrato in Piemonte.

Di fronte alla situazione attuale, appare quindi evidente come il saldo naturale del 2020 sia stato il peggiore di sempre: 66 mila morti e 27 mila nascite.

Una differenza che vale quasi 39 mila persone e che si contrappone a un saldo negativo di 11 mila persone come quello di dieci anni fa.

L’andamento poi è continuato a peggiorare, ma nell’ultimo anno per la prima volta i nati sono stati meno del doppio dei morti.

Nel 2020 il Piemonte perde quindi 9 residenti ogni mille abitanti, nonostante il dato fosse già negativo nel 2019 in tutte le regioni.

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La differenza tra morti e nascite cresce in tutta Italia

A livello nazionale si stimano 5,8 residenti in meno ogni mille abitanti, con la Liguria che riporta il saldo peggiore di tutti (-11,3 ogni mille), seguita poi dal Piemonte.

Rispetto allo scorso anni i nati diminuiscono del 3% (900 bambini in meno), ma considerando l’ultimo decennio il calo sale al 28% (-10.700 dal 2011).

Un peggioramento legato principalmente alla mortalità, in quanto la diminuzione dei nati ha contribuito al seguente aumento dei decessi, che poi ha portato al saldo naturale negativo dello scorso anno.

Ciò nonostante, una delle cause principali di questo andamento è individuabile nella diminuzione di donne in età fertile, che di solito si fa coincidere con la fascia d’età 15-49.

Se nel 2010 erano 971.800, nel 2019 sono quasi 832 mila, per una variazione negativa del 14%.

Gli studiosi chiamano questa tendenza con il termine di “trappola demografica“.

Per la quale un forte calo di nascite produce a sua volta un contingente di donne meno numerose che, anche a parità di tasso di fecondità, concepiranno in futuro un numero sempre più contenuto di nati.

La crisi demografica è stata indubbiamente peggiorata dalle difficoltà economiche dell’ultimo anno, ma adesso si spera in una progressiva ripresa a partire dal secondo semestre 2021.

Fondamentale è stato il contributo delle donne straniere nel sostenimento delle nascite in Piemonte

Dalle analisi dei dati demografici, le donne con cittadinanza straniera in età fertile hanno ampiamente contribuito ad evitare il crollo delle nascite in Piemonte.

Se nel 2002 erano appena 44 mila, nel 2019 sono 124.500, pari al 15% del totale con un’incidenza percentuale del 4,6.

Parliamo di un trend che dura ormai da anni e che evidenzia come possa essere proprio il tipo di sviluppo economico della Regione che non favorisca i progetti riproduttivi delle famiglie.

Solo due anni fa nascevano 5.376 bambini di famiglie con cittadinanza straniera, il 19% di tutte le nascite regionali di quell’anno.

Nel 2020 venti quindi, il Piemonte registra un tasso di natalità pari a 6,3 bambini per mille abitanti.

Tra le province regionali, Cuneo, Novare e Torino si confermano quelle che con i più alti tassi di natalità, con una media di 6.7 neonati per mille abitanti.

Mentre in coda troviamo Alessandria, Biella e Verbano Cusio Ossola, che si aggirano attorno ai 5,3 bambini ogni mille abitanti.

Inoltre secondo gli ultimi dati dell’Istat, quasi una donna su quattro in Piemonte non ha figli.

Stime che fanno finire la Regione insieme alle altre del nord-ovest tra le peggiori a livello demografico in tutta Italia.

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Simone Nale

Laureato in Scienze Umanistiche della Comunicazione all'Università di Torino. Appassionato di storia della televisione e nuovi media