Sacra di San Michele, i Rosminiani si autofinanziano il restauro

La Sacra di San Michele si appresta ad accogliere i fedeli dopo i lavori di ristrutturazione.
Sono infatti terminati gli ultimi restauri, con la posa della nuova campana di bronzo. Una cerimonia ha messo ufficialmente fine alle opere, che andavano avanti da circa vent’anni, che sono costate qualcosa come 250mila euro.
I lavori hanno avuto un ritmo molto lento, ma la spiegazione è molto semplice: i fondi sono stati reperiti autonomamente e interamente dai Padri Rosminiani, che hanno agito senza l’aiuto delle istituzioni pubbliche.
Una piccola macchia, questa, per la Regione Piemonte
I Rosminiani lamentano promesse fatte dalle varie giunte in questi anni
Promesso a cui non hanno mai fatto seguito i fatti concreti, con il denaro che è sempre mancato per uno dei simboli religiosi più belli e importanti della storia del Piemonte.
La Sacra di San Michele è stata un po’ abbandonata dalla Regione, che non ha badato a un’attrazione turistica dalle potenzialità impressionanti. Nonostante le difficoltà, infatti, l’abbazia ha accolto più di 100mila visitatori (tra fedeli e curiosi), risultando una delle attrazioni più visitate a livello regionale.
I Rosminiani, che si sono fatti carico della struttura da ormai 180 anni, chiedono ora un intervento da parte della Giunta Chiamparino
Serve un finanziamento consistente per potenziare i collegamenti ferroviari con la Sacra e nuova liquidità per il portale dei Monaci, gli archi rampanti, la facciata della chiesa nord-ovest della chiesa e alcune sculture di inestimabile valore.
La speranza è che la Regione si mobiliti, per dare nuova linfa a un pezzo di storia del nostro territorio e per far emergere le qualità e le capacità attrattive della struttura del monte Pirchiriano.