17 Ottobre 1839: la grande alluvione colpisce Torino

A tenere viva la memoria dell’alluvione del 1839 c’è una colonnina posta all’ingresso del Borgo Medievale nel Parco del Valentino.
L’indicazione dice 88 centimetri, da terra, la piena più grande che il Po abbia mai raggiunto.
I fattori scatenanti l’alluvione furono diversi: innumerevoli nubifragi ed un clima mite che non diede modo alla neve di consolidarsi.
Il Po da parte sua nell’arco tra il 28 settembre ed il 5 novembre 1839 fu soggetto a numerose precipitazioni che lo portarono a livelli mai visti prima.
Un vecchio appunto dell’epoca, riguardante Torino in data 16 ottobre alle ore 9.00 riporta testuali parole “la Dora Riparia scorreva, poco più poco meno, a 65cm sotto il peduzzo della volta del gran ponte“.
A subire più danni fu il Piemonte occidentale, tra le valli Pellice e dell’Orco, per il gran afflusso di corpo soldi nei fiumi minori.
Si parla quindi di distruzione a Luserna, Villar Perosa, Chialamberto, e smottamenti vicino a Robassomero per l’esondazione dello Stura di Lanzo nel torinese.
A Torino, Moncalieri, e Villafranca l’esondazione del fiume Po portò al crollo di numerose abitazioni. A Vercelli andò meglio, se così si può dire, con solo case allagate dal Sesia.
A Ivrea si poterono contare dei morti mentre a Tavagnasco fu divelto persino un ponte. Insomma, nulla venne risparmiato dalla forza dell’acqua.
Esattamente 161 dopo accadde la stessa cosa, nel non troppo lontano anno 2000.
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Damiano Grilli