La strage di Villarbasse

Gli ultimi condannati a morte in Italia, prima dell’abrogazione della pena capitale, risalgono al 5 luglio del 1946 quando vennero fucilati 3 dei 4 assassini della strage di Villarbasse.
La “Strage di Villarbasse” avviene il 20 novembre 1945
Durante una rapina nella cascina Simonetto di Villarbasse (Torino), di proprietà dell’avvocato Gianoli.
I rapinatori sono quattro siciliani, Francesco La Barbera, Giovanni Puleo, Giovanni D’Ignoti e Pietro Lala, che si fa chiamare Francesco Saporito e con questo nome ha lavorato per alcuni mesi come garzone nella cascina e sa che l’avvocato tiene in casa ingenti somme di denaro.
I quattro, alle otto di sera, fanno irruzione nella cascina,
Qui sequestrano tutti i presenti che sono numerosi perché, oltre all’avvocato Gianoli e la sua domestica, nella casa dell’affittuario si festeggia la nascita di una nipotina.
Così sono presenti la moglie dell’affittuario, il genero, due domestiche, il nuovo lavorante e un bimbo di due anni.
A Pietro Lala-Saporito cade la maschera, una delle donne lo riconosce.
I rapinatori decidono allora di uccidere tutti i testimoni

Portano le vittime, una per volta, in cantina, le colpiscono alla testa con un bastone poi le gettano in una cisterna per l’acqua piovana interrata sull’aia.
Uccidono anche i mariti delle due domestiche quando giungono alla cascina per cercare le mogli: 10 persone sono gettate ancora vive nella cisterna.
Il bambino, incapace di riconoscerli, è risparmiato
Solo il 28 novembre un giovane garzone scopre i 10 cadaveri all’interno della cisterna.I quattro assassini hanno portato via 200.000 lire, un paio d’orecchini d’oro e oggetti di scarso valore.
Giovanni D’Ignoti rimane a Torino mentre Puleo, La Barbera e Lala tornano in Sicilia, a Mezzojuso, dove Lala-Saporito viene ucciso, forse in un regolamento di conti fra malavitosi, prima di essere catturato.
Dopo quattro mesi di indagini, i carabinieri risalgono a D’Ignoti e lo inducono a fare i nomi dei complici. Puleo e La Barbera, arrestati, confessano.
Al processo, il 5 luglio 1946, D’Ignoti, Puleo e La Barbera sono condannati a morte.
La Cassazione, il 29 novembre, conferma le condanne.
Il Capo dello Stato, Enrico De Nicola, rifiuta la grazia.
Così il mattino del 4 marzo 1947 i tre, accompagnati dal cappellano del carcere, padre Ruggero Cipolla, sono fucilati al poligono di tiro delle Basse di Stura da un plotone di esecuzione formato da poliziotti.
Sono le ultime condanne a morte eseguite in Italia
Questo clamoroso delitto del secondo dopoguerra nell’immediato è celebrato da un foglio volante intitolato “Villarbasse cascina fatale”, di recente messo in musica dallo chansonnier torinese Beppe Novajra.
La vicenda è narrata dai libri di:
- “Pena di morte” (1984) e “La notte di Villarbasse” (1987) di Gian Franco Venè
- “Villarbasse cascina fatale” Renzo Rossotti (2002),
- “L’ultima esecuzione” (2013) di Roberto Gandus
È apparsa anche una ricostruzione a fumetti, “Villarbasse la cascina maledetta” di Leonora Sartori e Sergio Marcoccia, con prefazione di Aldo Forbice (2006).
- (Clicca qui per leggere il primo appuntamento della Rubrica Delitti & Misteri: il delitto di via Porta Palatina)
- (Clicca qui per leggere il secondo appuntamento della Rubrica Delitti & Misteri: il delitto di Exilles)
- (Clicca qui per leggere il terzo appuntamento della Rubrica Delitti & Misteri: l’assassinio di Camandona)
- (Clicca qui per leggere il quarto appuntamento della Rubrica Delitti & Misteri: l’omicidio di Vocca (Varallo Sesia))
- (Clicca qui per leggere il sesto appuntamento della Rubrica Delitti & Misteri: l’assassinio di Valfea d’Asti)
- (Clicca qui per leggere il settimo appuntamento della Rubrica Delitti & Misteri: Le diaboliche assassine di Demonte (Cuneo)
G. T.