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San Giovanni e il suo ruolo nella nascita della scala musicale

Da Alessandro Maldera

Giugno 24, 2016

Il 24 giugno è San Giovanni Battista, patrono della città di Torino.

Santo a cui è stato dedicato un inno che, grazie al monaco benedettino Guido d’Arezzo, nel 1025 d.C. è diventato base dell’odierna notazione musicale: Do-Re-Mi-Fa-Sol-La-Si.

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Prima di proseguire nella storia di una vicenda che affonda le sue radici a quasi più di  mille anni fa è importante fare chiarezza sui protagonisti.

Tra coloro che, direttamente ed indirettamente, diedero vita a questa geniale rivoluzione musicale.

In ordine temporale non possiamo che partire da San Giovanni il Battista.

Siamo agli inizi del primo secolo, il patrono di Torino è lo stesso che viene citato nei Vangeli e deve il suo appellativo alla sua attività di predicatore e battezzatore. 

Fu proprio lui, infatti, a battezzare Gesù nelle acque del fiume Giordano

Facendo un rapido salto in avanti di circa ottocento anni ecco che dalla mente e dalle mani del diacono Paolo di Varnefrido prende forma l’Ut queant Laxis (Affinché possano cantare)

Mosaico raffigurante San Giovanni Battista
San Giovanni e il suo ruolo nella nascita della scala musicale

Inno liturgico dedicato a San Giovanni

Scala Musicale San Giovanni

La svolta nella vicenda arriva con il monaco benedettino Guido d’Arezzo

Quest’ultimo nel 1025 d.C., per facilitare il ricordo delle note musicali ai cantori a cui insegnava musica, trasse dall’inno del Varnefrido le prime lettere di ogni riga della prima strofa e le mise in musica.

Il testo narrava le seguenti parole:

Ut queant laxis     (Affinché possano cantare)
Resonare fibris     (con voci libere)
Mira gestorum      (le meraviglie delle tue gesta)
Famuli tuorum      (i servi Tuoi)
Solve polluti         (cancella il peccato)
Labii reatum         (dal loro labbro impuro)
Sancte Iohannes   (o San Giovanni)

Fanno chiaramente eccezione l’Ut, che divenne Do in riferimento a Dominus (Signore) solo nel XVII secolo grazie a Giovanni Battista Doni

Ed il Si, che assunse questo nome nel XVI secolo andando ad implementare la scala con una settimana nota.

L’idea guidoniana nel suo insieme comprende:

  • il tetragramma (oggi pentagramma)
  •  il riempimento degli spazi tra le righe
  • la forma della note che inizialmente erano un quadrato e che con il passare del tempo sono diventata ovale 

Un’idea che ha  rivoluzionato il sistema musicale tanto da garantire al suo inventore notorietà in tutta la penisola e invidia da parte dei monaci vicini.  Una situazione che obbligò il monaco Guido a trasferirsi ad Arezzo per evitare un probabile linciaggio.

Insomma, la festa di San Giovanni a Torino è in un certo anche la festa della musica  come la conosciamo noi!

Damiano Grilli

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende