Il Cenisia: orgoglio calcistico torinese

Parliamo di scudetti, ovviamente in ambito calcistico. Ma lasciamo perdere Juventus e Torino.
Parliamo di un calcio più ruspante, ma non meno glorioso
Lontano dai riflettori, dalle televisioni e dalle ricchezze del calcio professionistico. Lontano perfino dai giorni nostri. Parliamo di una squadretta di quartiere, ma orgogliosa e fiera.
Maglie viola, uno stadio immerso nel verde di un cantuccio di città.
E’ il Cenisia, quattro volte Campione d’Italia (ed una volta vincitore della Coppa Nazionale Primavera).
Il Cenisia è la squadra dell’omonimo quartiere, fondata nel 1919.
La sede storica, in corso Vittorio (a pochi passi da piazza Adriano, allontanandosi dal centro città) ha visto festeggiare ben cinque titoli nazionali a livello giovanile.
Il Cenisia è una squadra che sul settore giovanile ha da sempre puntato fortissimo.
Due sono le missioni per una società di questo tipo: fungere da volano sociale, catalizzando il tempo libero del quartiere .Fungendo da forza aggregante, e forgiare giovani talenti, da consegnare ai grandi palcoscenici del calcio che conta.
Proprio il settore giovanile del Cenisia ha dato le maggiori glorie alle Violette
- Scudetto nel ’54/’55 categoria Ragazzi (battendo Udinese e Ostia di Roma)
- Scudetto nel ’55/’56
- Coppa Italia nel ‘57/’58 (un torneo con quasi 250 società tra cui Atalanta, Padova e Sampdoria).
Sembra un triennio d’oro, irripetibile.
I ragazzi di quegli anni hanno fortune alterne, qualcuno cade nel dimenticatoio mentre qualcuno approda anche in Serie A. Ma la bacheca del Cenisia pare destinata a prendere polvere.
Non sono dello stesso avviso i giocatori della categoria Juniores: nel biennio ‘60/’61 e ‘61/’62 la società sale nuovamente alla ribalta nazionale, schiaffeggiando i pari età di Juve e Toro.
Due tricolori conquistati nello stupore (e nell’ammirazione) nazionale.
Da allora, alterne vicende e gestioni non impeccabili hanno fortemente influito su quella che – per un certo periodo – era stata la terza squadra cittadina. Oggi il Cenisia esiste ancora, la sua scuola calcio è di livello discreto ma non più eccezionale.
Ma l’orgoglio delle Violette rispunta ancora, passeggiando nei corridoi della società o chiedendo a qualche vecchio del quartiere, che da ragazzo andava a i tifare per i suoi invincibili amici.
Umberto Mangiardi