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Il destino delle Molinette (e dei torinesi) è legato ad una caldaia vecchia

Da Alessandro Maldera

Febbraio 05, 2012

Ci sono luoghi, in una città, concepiti per non fermarsi mai nemmeno in condizioni di emergenza.

E’ il caso degli ospedali che devono essere sempre pronti a fare fronte alle avversità, dai blackout ai terremoti.

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A Torino però è successo quello che non doveva succedere. Le Molinette, l’ospedale più grande della città, il più importante della Regione e uno dei più grandi in Italia è stato parzialmente chiuso a causa del gelo.

La settimana scorsa a causa delle temperature in picchiata e del gelo proveniente dalla Siberia la direzione sanitaria ha annunciato la chiusura di alcuni reparti dal 31 gennaio fino al 5 febbraio per timore che potesse verificarsi un blackout generale.

Colpa di una caldaia con 77 anni di servizio alle spalle e in riparazione più o meno da un decennio e delle temperature polari. La nuova caldaia entrerà in funzione soltanto ad aprile e fino ad allora toccherà sperare che regga quella che sta per andare in pensione.

Il destino delle Molinette (e dei torinesi) è legato ad una caldaia vecchia 77 anni
Il destino delle Molinette (e dei torinesi) è legato ad una caldaia vecchia 77 anni

Così, mentre l’assessorato regionale alla Sanità predicava calma alle Molinette venivano chiusi interi reparti e bloccati temporaneamente i ricoveri.

Per limitare i già pesanti danni sono stati chiusi quattro blocchi operatori – un quinto è stato bloccato parzialmente – il day surgery centralizzato, la sala operatoria del day hospital di urologia, l’emodinamica e sono state ridotte le attività alle radiologie, al centro prelievi e nell’area farmacia.

Un atto necessario per non portare alla paralisi il pronto soccorso o i blocchi operatori più importanti. Il piano di emergenza invece è stato predisposto al superamento della soglia dei -8 gradi, temperatura assolutamente possibile in questi giorni caratterizzati dalla perturbazione siberiana.

Il caso si è lasciato dietro, come era facile immaginare, uno strascico di polemiche ed ha fatto riemergere i troppi limiti del principale ospedale della città, spesso protagonista delle cronache cittadine per il degrado, la vetustà di certi reparti – il nucleo centrale del complesso ospedaliero risale al 1935 – e l’incuria che regnano sovrani. Anche il procuratore Raffaele Guariniello ha voluto vederci più chiaro inviando i Nas ad effettuare un’ispezione.

La Redazione di Mole 24

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende