Santopalato, in via Vanchiglia il primo ristorante Futurista d’Italia

Pochi sanno che anche Torino è stata una dei protagonisti del movimento futurista.
Quest’ultimo nato tra Bologna Mantova e Verona, ha avuto sicuramente la sua capitale in Milano. Ma sotto la Mole Antonelliana ha fatto nascere qualcosa di innovativo sotto tutti i punti di vista: la Taverna del Santopalato.
Già in in via Vanchiglia 2, nell’omonimo quartiere, dove adesso vi è la trattoria Toscana, è sorto il primo e del tutto rivoluzionario ristorante Futurista
Luigi Colombo, che da futurista diventerà celebre come Fillìa, decise di abbracciare a pieno la nuova corrente. E così in pochi anni divenne uno dei maggiori rappresentanti del movimento ed esponente centrale del futurismo torinese.
Sarà quindi naturale per Fillìa, anni dopo, voler realizzare in questa città il primo e unico ristorante interamente dedicato alla cucina futurista . Nel quale l’idea stessa di macchina e ingranaggio, cari all’immaginario dei futuristi, trovano ampia realizzazione nei particolari architettonici, estetici e letterari.
Ma non solo l’ambiente, di proprietà di Angelo Giachino e curato dall’architetto Diulgheroff insieme a Fillia, è di natura futurista, infatti, la vera rivoluzione più grande è proprio nella cucina.
Alla mezzanotte dell’8 marzo 1931 e fino alle 4 del mattino, Futuristi di tutta Italia, ma anche giornalisti e notabili, cenarono all’inaugurazione del Santo palato.
14 le portate, pensate da Fillìa e Paolo Alcide Saladin in collaborazione coi cuochi Ernesto Piccinelli e Celeste Burdese:
Antipasto intuitivo
- Aerovivanda – tattile, con rumori ed odori (ideata da Fillìa)
- Brodo solare (ideato da Piccinelli Ernesto)
- Tuttoriso – con vino e birra (ideato da Fillìa)
- Carneplastico – polpettone di carne con 11 tipi di verdura 3 tipi di carne e avvolto da unao strato di miele: elementi usati ad indicare orti, giardini e pascoli i territori d’Italia. (ideato da Fillìa)
- Ultravirile (ideato da P.A. Saladin)
- Paesaggio alimentare (ideato da Angelo Giachino)
- Mare d’Italia (ideato da Fillìa)
- Insalata mediterranea (ideata da Burdese Celeste)
- Pollofiat (ideato da Diulgheroff)
- Equatore + Polo Nord (ideato da E. Prampolini)
- Dolcelastico (ideato da Fillìa)
- Reticolati del cielo (ideato da Mino Rosso)
- Frutti d’Italia (composizione simultanea)
- Vini Costa, Birra Metzger, Spumanti Cora, Amaro Cora, Caffè Miscela Sublime,
La prassi culinario-degustativa dei pranzi futuristi, prevedeva il coinvolgimento generale di tutti i sensi con il relativo utilizzo di profumi musiche e azioni tattili delle dita. Queste ultime, oltre che prelevare direttamente il cibo senza l’utilizzo distraente delle posate, dovevano passare alternativamente sopra a diverse tipologie di materiali come stoffe (damasco e velluto) e carta vetrata.
I partecipanti ed i critici dell’epoca, non furono entusiasti della cena, e non lo nascosero con molte recensioni negative.
Com’era facilmente immaginare (e forse previsto dagli stessi futuristi) la Taverna Santopalato, chiuse i battenti pochi anni dopo, a causa di difficoltà economiche.
La pasta, a dire di tutti i futuristi doveva essere abolita per una rifondazione dalle radici della cucina. E anche le posate come visto, erano troppo avulse e distaccate dall’esperienza culinaria immaginata dal Fillìa e dal Marinetti.
Ciò non toglie che la sua realizzazione rappresenti ancora oggi uno dei più splendenti e ironici esempi della poetica futurista del Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale coinvolgente ogni aspetto della realtà e della creatività.
La Redazione di Mole24