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Il raccolto delle nocciole piemontesi: produzione ridotta del 50%

Da Alessandro Maldera

Settembre 03, 2024

nocciole

Nelle colline ondulate delle Langhe, dove le nocciole tonde e gentili hanno prosperato per secoli, un’ombra di preoccupazione aleggia sugli agricoltori. L’annata corilicola 2024 è stata un vero annus horribilis, con una produzione così scarsa che persino i coltivatori veterani non ricordano un periodo simile. I cambiamenti climatici, con le loro stagioni di siccità e grandine, hanno lasciato un segno indelebile su questa preziosa risorsa del Piemonte.

Crisi raccolto nocciola Piemonte: un’emergenza ambientale

Le nocciole piemontesi, celebri per la loro inconfondibile dolcezza e qualità superiore, stanno affrontando una crisi senza precedenti. Gli esperti concordano sul fatto che le condizioni meteorologiche avverse degli ultimi due anni, caratterizzate da una prolungata siccità e da eventi estremi come le violente grandinate, abbiano avuto un impatto devastante sulla produttività delle nocciole.

Fattori Climatici che Minacciano la Coltura

  • Siccità Persistente: Due anni consecutivi di scarsità d’acqua hanno messo a dura prova le piante di nocciolo, impedendo loro di svilupparsi correttamente e di produrre frutti di qualità.
  • Grandine Distruttiva: Le violente tempeste di grandine hanno letteralmente flagellato i noccioleti, danneggiando gravemente i frutti e compromettendo il raccolto.
  • Temperature Estreme: Le ondate di calore estremo e le fluttuazioni di temperatura hanno influito negativamente sulla fisiologia delle piante, causando stress e riducendo la resa.

Conseguenze sulla Produzione

L’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione di nocciole è stato devastante. Secondo le stime più recenti, il raccolto 2024 potrebbe subire un calo fino al 50% rispetto agli anni precedenti. Inoltre, la qualità delle nocciole raccolte è nettamente inferiore, con numerose imperfezioni e danni causati da insetti patogeni come la cimice asiatica e funghi come il “mal dello stacco“.

Un Futuro incerto per i coltivatori di nocciole

Gli agricoltori piemontesi si trovano ad affrontare una situazione critica. Molti di loro, dopo decenni di duro lavoro nei noccioleti, si chiedono se valga ancora la pena continuare a coltivare questa pregiata risorsa.

Tentazione di abbandonare la Corilicoltura

Con prospettive di guadagno così scoraggianti, alcuni coltivatori stanno seriamente valutando l’idea di abbandonare la corilicoltura e convertire i loro terreni in vigneti, una coltura più redditizia nell’attuale contesto climatico.

L’Urgenza di Interventi Politici e Sostegno

Gli esperti del settore sottolineano l’urgente necessità di interventi politici per sostenere le aziende produttrici di nocciole. Investimenti mirati nella sostituzione dei noccioleti anziani, nella formazione dei corilicoltori sulle migliori tecniche di gestione e nella ricerca di soluzioni innovative sono fondamentali per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e delle patologie emergenti.

Ricerca di alternative da parte delle aziende dolciarie

Di fronte a questa crisi, molte aziende dolciarie stanno cercando alternative per soddisfare la domanda di nocciole. Costrette a rivolgersi ad altre regioni e persino all’estero per approvvigionarsi di nocciole di qualità, queste aziende rappresentano una minaccia per il settore corilicolo piemontese, che si trova ad affrontare una concorrenza sempre più agguerrita.

Impatto sulla Filiera Locale

La ricerca di alternative all’estero potrebbe avere ripercussioni negative sulla filiera locale delle nocciole piemontesi. I produttori locali rischiano di perdere quote di mercato e di vedere i loro sforzi per mantenere elevati standard di qualità e sostenibilità compromessi.

La sfida della concorrenza globale

Le aziende dolciarie che si rivolgono a fornitori esteri potrebbero essere attratte da prezzi più bassi o da una maggiore disponibilità di nocciole, ma potrebbero anche dover affrontare problemi legati alle condizioni lavorative di sfruttamento e agli standard di produzione meno rigorosi in altri paesi.

La necessità di valorizzare le nocciole Piemontesi

Nonostante le sfide attuali, la nocciola piemontese rimane un’eccellenza da preservare e valorizzare. Gli sforzi per promuovere questo prodotto di qualità e tutelare la sua produzione sostenibile sono fondamentali per garantire un futuro prospero al settore corilicolo locale.

Tutela della Sostenibilità Ambientale

La priorità deve essere quella di puntare sempre più sulla ricerca e sul miglioramento delle rese, in modo da rendere la produzione di nocciole remunerativa per i coltivatori e sostenibile per le aziende produttrici. Allo stesso tempo, è fondamentale essere preparati a contrastare gli sfasamenti climatici e a promuovere pratiche agricole rispettose dell’ambiente.

Il Prezzo Remunerativo: Una Sfida Cruciale

Durante la 165° edizione della Fiera della Nocciola di Castagnole Lanze, uno dei temi caldi discussi è stato il prezzo remunerativo per le aziende produttrici di nocciole. Con una quotazione variabile dai 320 ai 420 euro al quintale, molti produttori ritengono che questo prezzo non sia adeguato a compensare gli sforzi e i rischi affrontati.

Le Aspettative dei Coltivatori

I coltivatori di nocciole speravano in quotazioni più elevate, in grado di garantire un prezzo remunerativo che tenesse conto della scarsità di produzione e degli imprevisti climatici e fitosanitari affrontati ogni anno. Confagricoltura continuerà a monitorare attentamente l’andamento dei prezzi, grazie anche all’attività svolta dalla Commissione per la rilevazione dei prezzi della Camera di Commercio di Alessandria – Asti.

L’Importanza di un Prezzo Equo

Un prezzo equo per le nocciole piemontesi è fondamentale per garantire la sostenibilità economica del settore e incentivare gli agricoltori a continuare a coltivare questa preziosa risorsa. Senza un adeguato compenso per il loro lavoro e gli investimenti necessari, molti coltivatori potrebbero essere costretti ad abbandonare la corilicoltura, con conseguenze negative per l’intera filiera.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende