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Storia di Torino tardoantica e cristiana fino al VI secolo d.C.

Da Alessandro Maldera

Gennaio 01, 2024

Torino, conosciuta anche come Augusta Taurinorum durante l’era romana, ha una storia ricca e affascinante che abbraccia l’Antichità Tarda e l’ascesa del Cristianesimo. Durante questo periodo, la regione subalpina occidentale romana ebbe alti e bassi, ma mantenne comunque un ruolo strategico nel transito per le vie commerciali e le truppe che attraversavano i colli alpini. Inoltre, la città giocò un ruolo significativo nello sviluppo del Cristianesimo nell’area circostante. Un periodo che portògrandi trasformazioni sociali ed economiche.

Il ruolo strategico di Torino nella tarda antichità

Durante il periodo tardoantico, Torino conobbe una fase di involuzione a causa delle sfavorevoli condizioni geopolitiche. Tuttavia, grazie alla sua posizione cruciale per il controllo delle vie delle Gallie e delle direttrici verso il centro Europa e il limes renano, la città mantenne il proprio ruolo di appoggio ai traffici commerciali. Il luogo diventò ancora più significativa a causa della crisi politica ed economica dell’Impero Romano e delle incursioni barbariche. Infatti, la città svolse un ruolo fondamentale nel preservare l’ordine e il controllo lungo il confine settentrionale dell’Impero

Poi, a partire dalla seconda metà del III secolo d.C., durante l’anarchia militare, i transiti di truppe imperiali divennero più frequenti. Così, Torino venne di nuovo menzionata nelle fonti letterarie, dopo un lungo periodo di silenzio. Questo effetto, più che alla marginalità storica della colonia taurinense, era dovuto all’assenza di un ruolo politico-culturale definito e preciso di Torino nella coscienza dei contemporanei.

La riforma amministrativa nell’Antichità Tarda

Nel corso del III secolo, l’Impero romano subì profonde trasformazioni a livello istituzionale, politico, socio-economico e culturale. Queste trasformazioni posero l’Italia settentrionale al centro di un rinnovato interesse politico-strategico. L’area del Piemonte venne inclusa nella Diocesi Italiciana, che contava dodici province. Successivamente, la riforma di Costantino del 324 d.C. divise l’Italia in due vicariati distinti: l‘Italia Annonaria e l’Italia suburbicaria. Il Piemonte faceva parte dell’Italia Annonaria, che si estendeva all’Italia settentrionale fino alle Marche. Questa suddivisione amministrativa rimase stabile nel V secolo, nonostante l’aggravarsi dell’instabilità politica e delle invasioni barbariche.

L’ascesa del Cristianesimo a Torino

Uno degli aspetti più significativi della storia di Torino nel periodo tardoantico è l’ascesa del Cristianesimo. La diffusione della nuova religione nell’area dell’attuale Piemonte settentrionale iniziò a partire dagli anni Quaranta del IV secolo, guidata dal vescovo Eusebio di Vercelli. Durante gli anni compresi tra la morte di Eusebio e quella di Ambrogio di Milano, Torino si costituì in diocesi autonoma con il suo primo vescovo, Massimo.

Con l’episcopato di quest’ultimo, si avviò un profondo processo di trasformazione civile e religiosa. Vennero costruite nuove chiese, tra cui il gruppo episcopale della diocesi, composto da tre chiese dedicate a Cristo Salvatore, San Giovanni e Maria. Queste costruzioni segnarono lo sviluppo urbano della città nei secoli successivi. E nonostante l’influenza della diocesi ambrosiana di Milano, l’episcopato di Massimo fu caratterizzato dalla sua forte personalità e dalla sua intransigente azione pastorale.

Il sinodo vescovile di Torino

Altro evento fondamentale nella storia del Cristianesimo a Torino fu il sinodo vescovile tenutosi nel 398 d.C. Una riunione voluta da Ambrogio di Milano e presieduto dal suo successore, Simpliciano. L’obiettivo del sinodo era quello di risolvere i conflitti tra i vescovi e le diocesi delle Gallie. Le deliberazioni del consesso confermarono la testimonianza di Massimo sulla difficile governabilità del Cristianesimo in città in un contesto caratterizzato dalla persistenza di pratiche pagane e da instabilità politica e sociale.

L’evoluzione urbanistica di Torino

Nel frattempo si assistette anche all’evoluzione urbanistica del luogo. Le antiche domus aristocratiche caddero in rovina e, quindi, ristrutturate con materiali poveri. Le nuove forme abitative rispecchiavano i parametri comuni dell’epoca, ma la destrutturazione urbanistica e architettonica era evidente. Questo rifletteva il progressivo esaurimento della classe dirigente di estrazione romana e l’instabilità politica che caratterizzava il periodo.

La fine dell’organizzazione civica

Nonostante l’importanza strategica di Torino durante il periodo tardoantico, la città era costantemente minacciata dalle invasioni barbariche e dai conflitti militari. Le frequenti presenze militari e barbariche causavano incertezze diffuse tra la popolazione. Tuttavia, la città era anche sede di stanziamenti legali di comunità germaniche o slave, che furono accolti nell’Impero come alleati garantiti da un patto con le istituzioni imperiali. Così, l’organizzazione civica del luogo subì un collasso definitivo a causa degli avvenimenti della guerra tra Goti e Bizantini e della conquista longobarda. L’invasione di questi ultimi raggiunse la città intorno al 570 d.C., segnando la fine della lunga vicenda di Torino romana.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende