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Abbazia di Novalesa: un tesoro storico nel cuore delle Alpi

Da Alessandro Maldera

Gennaio 01, 2024

L’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea, nota anche come Abbazia di Novalesa, è uno dei tesori storici e culturali più importanti della Val di Susa, in provincia di Torino.

Fondazione e sviluppo

L’abbazia di Navalesa è stata fondata nel 726 dal patrizio franco Abbone, che la doto’ di ricchissimi possedimenti. Grazie alla sua posizione strategica, sulla via di transito del colle del Moncenisio, la comunità dei monaci godette di numerosi privilegi accordati dai sovrani carolingi, divenendo un avamposto privilegiato per l’avanzata dei Franchi verso l’Italia e accrescendo ulteriormente i propri possedimenti.

Durante l’epoca carolingia il monastero visse il periodo di maggior splendore, divenendo uno dei fari della diffusione della cultura europea. Nel corso del X secolo, tuttavia, l’abbazia fu saccheggiata dai Saraceni, venendo abbandonata per diversi decenni.

Fu solo nel XII secolo che un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia di Breme, fondata dalla comunita’ novalicense dopo la fuga dalla casa madre, diede nuovo impulso all’abbazia. Ricostruendola e riattivando le attivita’ di assistenza per i pellegrini e i viandanti.

Negli anni successivi al Mille, fu molto attivo lo scriptorium, la cui esistenza e’ documentata da numerosi codici conservati oggi in diverse biblioteche d’Europa. Come ad esempio il celebre “Chronicon Novalicense“, composto verso il 1060 da un monaco anonimo.

Rinascita e nuova vita

L’abbazia sopravvisse nei secoli successivi, per lo piu’ soggetta alla giurisdizione di altri monasteri, ma non tornò mai piu’ agli antichi splendori in epoca carolingia. Dopo alterne vicende durante l’epoca napoleonica, nel 1855 la legge Siccardi abolì tutti i monasteri del Regno sabaudo, e i monaci furono espulsi.

Gli edifici, messi all’asta, finirono per diventare un albergo per cure idroterapiche e successivamente la residenza estiva del Convitto Nazionale Umberto I di Torino.

Fu solo nel 1972 che l’abbazia, ormai fatiscente, venne acquistata dalla Provincia di Torino. Questa la riaffidò ai monaci benedettini: una piccola comunita’ proveniente da San Giorgio Maggiore a Venezia, che vi si reinsediarono nel luglio 1973.

Da allora e’ tornata a rifiorire la vita di un tempo: le campane scandiscono di nuovo le ore di preghiera, di lavoro, di lectio divina e del servizio.

La vita monastica

Oggi l’abbazia e’ ancora un vivace centro di vita monastica, dove i monaci seguono la Regola di San Benedetto e svolgono attività spirituali, di studio, di lavoro e di accoglienza.

La comunità dei monaci, pur essendo di piccole dimensioni, è molto attiva e partecipa alla vita del territorio. Infatti, organizzano eventi culturali e spirituali, collaborando con le istituzioni civili e promuovendo l’ospitalità per chi vuole visitare l’edificio.

Le cappelle medievali

L’abbazia di Novalesa e’ famosa anche per le sue quattro cappelle medievali, che rappresentano un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore.

La cappella principale, dedicata a Sant’Eldrado, presenta uno tra i piu’ significativi cicli affrescati romanici d’Italia, datato al 1096/97 e raffigurante le scene della vita di Sant’Eldrado e di San Nicola.

Interessante anche la chiesa abbaziale, edificata nelle sue forme attuali nel 1715 su progetto di Antonio Bertola. Questa ospita all’interno, sulla parete sinistra della navata, resti di affreschi dell’XI secolo, mentre un altro ciclo risalente al XV secolo decora parte del coro.

Il Museo Archeologico

L’abbazia è recentemente arricchita dall’apertura del Museo Archeologico, che raccoglie i reperti emersi nel corso degli scavi e delle indagini archeologiche compiuti tra il 1978 e il 2008. Il Museo, collocato nell’area del portico del chiostro dei novizi e nell’antico refettorio abbaziale, raccoglie al proprio interno elementi lapidei, ceramici, vitrei e ad affresco datati dal I sec. d.C. fino all’epoca rinascimentale.

Il Laboratorio di restauro

Il Monastero possiede un importante Laboratorio di Restauro del Libro antico, che si occupa della conservazione e del restauro di manoscritti, incunaboli, libri antichi e preziosi, utilizzando tecniche artigianali e moderne allo stesso tempo.

Come visitare l’abbazia di Novalesa

  • Telefono: 0122 653210
  • Indirizzo mail: [email protected] per informazioni generali.
  • Accoglienza: [email protected]
  • Per le visite: [email protected]
  • Orario: l’abbazia di Novalesa è aperta ai visitatori durante l’anno, con orari e giorni variabili a seconda della stagione. Si consiglia di consultare il sito ufficiale per maggiori informazioni.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende