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Piemonte: comincia la caccia notturna al cinghiale in montagna

Da Asja D'arcangelo

Giugno 21, 2023

Iniziano le operazioni notturne di caccia al cinghiale in Piemonte: i selecontrollori della Protezione civile lavoreranno negli alpeggi di montagna.

Una settimana di caccia al cinghiale negli alpeggi di montagna in Piemonte

In Piemonte si lavora per ridurre ancora il numero dei cinghiali, anche in montagna. Oltre alle battute di caccia in pianura, dove questi animali causano gravi danni all’agricoltura e sono diventati pericolosi soprattutto per chi viaggia, ora inizieranno anche gli appostamenti notturni ad alta quota.

In dieci alpeggi, ieri notte, è partita un’attività di controllo operata da “selecontrollori” dell’Associazione di Protezione civile per la salvaguardia e la gestione della fauna. In una settimana si occuperanno delle operazioni notturne in diverse zone, tra cui le valli Dora Baltea, Valchiusella, bassa valle Orco, valli di Lanzo e diverse località della Val Susa.

Un’attività per proteggere i pascoli senza disturbare persone e altri animali

Ridurre i cinghiali in montagna è importante non solo per i contadini, ma anche per gli allevatori. I prati che nel corso dell’anno curano in modo da essere più nutrienti al momento del pascolo, infatti, vengono rivoltati dai cinghiali. Questi esemplari escono la notte per cercare sotto al manto erboso le larve, presenti in grande quantità soprattutto sotto i prati stabili. Quando si ripristina da solo, però, il pascolo non ha più le stesse erbe e il suo valore nutritivo diventa più scarso.

Gli allevatori, però, ora hanno una nuova arma. Potranno infatti chiamare l’associazione per richiedere interventi mirati e segnalare i danni agli uffici Coldiretti. Inoltre, potranno anche richiedere l’intervento di un tutor selecontrollore abilitato. Coldiretti, infatti, ha già abilitato 120 operatori (tra cui diversi agricoltori) che hanno l’autorizzazione di operare in autodifesa sui propri terreni o su quelli dei colleghi.

Il selecontrollo è una tecnica di abbattimento che si svolge, a differenza delle battute di caccia, senza spostarsi dal punto prescelto. Inoltre, non utilizza cani e non causa nessun disturbo agli altri animali. L’operatore spara solo un colpo, con l’aiuto di un visore infrarossi e una telecamera, dopo avere individuato il cinghiale da prelevare. In caso di pericolo per l’incolumità di persone o la possibilità che lo sparo causi apprensione, deve rinunciare all’intervento.

Asja D’Arcangelo

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Asja D'arcangelo

Studentessa di facoltà umanistiche all'Università di Torino. Appassionata di giornalismo, ama viaggiare e scoprire nuove culture.