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Galleria Subalpina: cambia la proprietà e i negozianti temono lo sfratto

Da Asja D'arcangelo

Marzo 02, 2023

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La Galleria Subalpina, uno degli storici passage di Torino, è stata acquistata recentemente dalla Blockstone, una compagnia americana: ora, con l’aumento degli affitti, i negozianti temono l’arrivo di uno sfratto.

Aumentano gli affitti alla Galleria Subalpina: i negozianti hanno paura dello sfratto

Presto i negozi della Galleria Subalpina potrebbero scomparire per lasciare posto all’arrivo delle multinazionali.

Da poco, infatti, il fondo americano Blockstone ha acquistato la galleria, una dei tre storici passaggi di Torino, per un miliardo e 300 mila euro. Secondo i commercianti, la compagnia, però, non avrebbe intenzione di mantenere in vita l’atmosfera storica che oggi si può respirare nel passage.

Fin da subito, infatti, la nuova proprietà, sempre a detta dei negozianti, è sembrata propensa a voler sfrattare i proprietari dei negozi. Se succedesse veramente, però, sarebbe un danno non solo ai piccoli imprenditori presenti in galleria, ma anche per Torino, che perderebbe un pezzo di storia e uno degli angoli più caratteristici della città.

I commercianti hanno affermato infatti che la compagnia avrebbe già comunicato di voler triplicare e quadruplicare l’affitto, non appena il contratto sarà scaduto. Si passerebbe da circa 30mila euro di affitto annui a circa 100 mila. Inoltre, i negozianti avrebbero ricevuto anche la visita di un agente immobiliare, che oltre a chiedere quando avrebbero avuto intenzione di andarsene, ha anche proposto dei luoghi alternativi per riaprire le attività.

Il timore, ora, è che la galleria si riempia di grandi firme come è già accaduto alla galleria San Federico. Qui, però, la rinascita era partita perché la galleria era in crisi e molti dei vecchi negozi erano già chiusi. Nella galleria Subalpina, invece, sono ancora molti gli esercizi attivi, che non hanno nessuna intenzione di spostarsi o chiudere.

I negozianti della Galleria resistono per difendere la storicità del passage di Torino

A parte la “Casa del Libro”, che aveva già chiuso mesi fa, qui hanno trovato posto luoghi ormai diventati celebri in città. Un esempio è il Caffè Baratti & Milano, il Cinema Romano e il ristorante Arcadia di Chiambretti. Ma non solo: in galleria, infatti, sono presenti anche negozi più piccoli, a conduzione familiare, che quasi certamente non sopravviverebbero agli aumenti proposti dalla nuova proprietà. Alcuni esempi sono la piccola gioielleria “Pètit“, la galleria “Gilbert“, l’antiquario “Memoria dal Passato“, l’oggettistica “Babele” e l’ottica “Gallery“.

La Blockstone, oltre alla Galleria Subalpina, ha inoltre comprato altri 13 edifici di altissimo valore nel centro di Milano grazie alla mediazione del gruppo Goldman Sachs. Se la società dovesse effettivamente procedere con gli aumenti degli affitti, sarebbero in molti coloro che sarebbero costretti ad andarsene.

Una battaglia legale contro un colosso del genere sarebbe molto difficile per chiunque, ma i negozianti hanno già iniziato a parlare con i loro avvocati della situazione. Nessuno di loro, infatti, è intenzionato a cedere facilmente il suo posto in galleria.

A schierarsi dalla parte dei commercianti della Subalpina è l’Ascom di Torino. La presidente, Maria Luisa Coppa, ha preso infatti a cuore la vicenda, che vede una grande multinazionale cercare di scalzare il commercio locale in uno dei luoghi storici più belli della città.

Asja D’Arcangelo

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Asja D'arcangelo

Studentessa di facoltà umanistiche all'Università di Torino. Appassionata di giornalismo, ama viaggiare e scoprire nuove culture.