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Sciopero dei taxi a Torino: la protesta dei tassisti contro Uber e il Decreto concorrenza

Da Alessandro Maldera

Luglio 13, 2022

Prosegue lo sciopero dei taxi a Torino.

Il capoluogo piemontese è stato investito dall’ondata di mobilitazione che ha coinvolto tutta Italia. Gli autisti hanno infatti deciso di incrociare le braccia a partire da lunedì. Si tratta di un segnale forte contro il nuovo Decreto Legge Concorrenza. Quest’ultimo, in particolare, contiene delle disposizioni come quelle dell’articolo 10, che hanno generato una vera e propria rivolta.

La protesta dei tassisti riguarda anche il famoso Uber, al centro di un’inchiesta del The Guardian denominata “Uber Files”. Stando a quanto raccolto dai media inglesi, ci sarebbero le prove (oltre 100mila documenti) di un piano da parte del proprietario di Uber, Travis Kalanick, che mirava a trasformare la sua creazione in un vero e proprio colosso, in grado di muoversi come una lobby, tra il 2013 e il 2017, per condizionare anche i governi di alcuni Stati.

Una inchiesta, quella del The Guardian, che ha gettato ulteriore ombra sulle manovre di Uber, e che rende ancora più insistenti le proteste dei tassisti.

Lo sciopero dei taxi a Torino e i suoi disagi

Gli effetti dello sciopero dei taxi a Torino sono evidenti. Nella nostra città si contano almeno 1600 vetture operative, che forniscono un servizio fondamentale, soprattutto per i turisti. Ne è esempio il grande disagio causato a Caselle, dove da lunedì i passeggeri provenienti dai voli dell’aeroporto hanno dovuto adattarsi e arrangiarsi. Coloro che sono giunti in città hanno dovuto ricorrere all’utilizzo dei pullman di linea per poter raggiungere la propria destinazione.

Un problema davvero grave, per l’immagine della città e per coloro che avevano necessità di un passaggio in auto per raggiungere più facilmente casa, albergo o luogo di lavoro. L’unico servizio che i tassisti hanno continuato a garantire è stato quello essenziale del sangue e di guardia medica.

Insomma, i tassisti si fermano per difendere loro licenze, pagate a caro prezzo, e il loro lavoro, messo in dubbio da una concorrenza non sempre leale e da un periodo piuttosto complicato. L’auspicio è che presto questa situazione di disagio possa rientrare, con un accordo che renda felici tutte le parti coinvolte.

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Alessandro Maldera

Giornalista, ha collaborato per molti anni con testate giornalistiche nazional e locali. Dal 2014 è il fondatore di mole24. Inoltre è docente di corsi di comunicazione web & marketing per enti e aziende