Piemonte: boschi e montagne invasi dalle zecche

Le zecche hanno letteralmente invaso i boschi e le montagne del Piemonte annidandosi sul manto di ungulati e selvaggina.
Una presenza massiccia del parassita, che negli ultimi anni è cresciuta esponenzialmente, trovando un picco in questi mesi. Ad aumentare la proliferazione delle zecche ha inoltre contribuito l’inverno caldo e senza pioggia che si è abbattuto sulla regione piemontese.
Un’emergenza che si aggiunge a quella legata alla peste suina dei cinghiali e che ora potrebbe aggiungere il problema legato agli acari.
Le zecche invadono gli animali boschivi del Piemonte: i dettagli
Caldo e umidità sono terreno di coltura fertile per la proliferazione delle zecche, e questo inverno torrido ha solo aumentato il problema.
Infatti cervi, cinghiali e caprioli sono portatori di questo parassita, e le sempre più frequenti scorribande dei cinghiali nei centri cittadini potrebbe aumentarne la diffusione tra l’uomo.
Anche i frequentatori dei boschi e delle montagne devono porre particolare attenzione verso questo acaro, che salta con facilità da un animale all’altro e che potrebbe causare nell’uomo anche malattie gravi.
Attenzione che deve essere alta anche in virtù delle lunghe liste d’attesa per le visite dagli infettivologi, ancora alle prese col Covid.
In caso di puntura da zecca gli esperti suggeriscono di rivolgersi immediatamente ai medici delle ASL locali.