Torino, troppi randagi in periferia: in avvio il piano per trasferirli

Siamo a Torino, più precisamente sulle rive dello Stura e nel parco dell’Arrivore. È qui che abitano i randagi della Circoscrizione 6 della città.
Essi non sono un pericolo per i residenti, in quanto solitamente si tengono a distanza. Potrebbero, però, essere una problematica per chi frequenta quelle zone con i propri cani.
Si prospetta così un nuovo futuro per i randagi della zona. Circoscrizione e Ufficio tutela animali del Comune stanno lavorando per un progetto sperimentale che si pone l’obiettivo di risolvere la questione.
Sarà così possibile dare nuova vita ai randagi della Circoscrizione 6 di Torino.
Le fasi del progetto di trasferimento dei randagi a Torino: i dettagli
Durante la prima fase i randagi verranno addormentati a distanza, per mezzo di dardi soporiferi.
Gli animali verranno monitorati in modo tale che il narcotico non li faccia cadere nel fiume o in altri luoghi pericolosi per loro.
Solo a quel punto sarà possibile prelevarli dalla zona per trasferirli presso una nuova struttura su misura. Con buone probabilità la struttura in questione sorgerà in Via Germagnano e presenterà tutte le caratteristiche necessarie affinché gli animali possano vivere in luoghi spaziosi e all’aperto, con meno costrizioni possibili.
La coordinatrice all’Ambiente Giulia Zaccaro sottolinea che al primo posto nel progetto deve esserci la tutela e il benessere dei randagi. Essi, vivendo fino ad ora in condizioni selvatiche, soffrirebbero in maniera eccessiva se venissero ospitati in un canile tradizionale.
A prendersi cura di loro ci saranno i volontari di diverse associazioni.
Le idee attuali sono quelle di sterilizzare le specie adulte, in modo tale da evitare il perdurare della situazione. Per quanto riguarda, invece, i cuccioli e gli esemplari più giovani la speranza è quella di riuscire a far perdere loro l’imprinting selvatico con cui sono cresciuti fino al momento del loro trasferimento. Sarà così possibile poterli dare in adozione alle famiglie.