Torino, il Comune garantirà lo smart working anche dopo la pandemia

Smart-working per una media di dieci giorni al mese, arrivando ad un totale di 120 giorni l’anno: la grande novità vissuta soprattutto a causa dell’emergenza pandemica va’ oltre per il Comune di Torino.
Quella dello smart-working al di fuori dell’emergenza sanitaria è una novità che non prevede paletti fissi ma bensì si adeguerà alle esigenze del lavoratore e dell’ente.
Ad oggi sono 2.100 gli addetti che hanno aderito, favorendo il lavoro agile a rotazione. La platea attuale è quella dei dipendenti di Palazzo Civico, ovvero circa 7.500 persone.
Nell’ipotesi dell’accordo bisogna, però, prestare attenzione ad un dettaglio: non tutti i lavoratori potranno lavorare al di fuori della propria postazione. Chi potrà esperire di tale novità lavorativa sono coloro che svolgono professioni che permettono lo smart-working. Dunque, al totale degli addetti bisogna sottrarre all’incirca 1.400 agenti di polizia municipale e circa 2.000 persone tra maestre ed educatrici.
Traendo le somme di tale restringimento, i dipendenti di Palazzo Civico che possono aspirare al lavoro agile oscilla intorno ai 4.500.
I dettagli dello Smart Working al comune di Torino
Sicuro è il punto riguardante la turnazione, il buono pasto sarà comunque riconosciuto e la fascia oraria di disponibilità resta invariata (dalle 8:00 alle 19:00).
Resta che il Direttore ha il potere di negare o concedere lo smart-working. Occorre capire e stabilire quali lavori permettono meglio il lavoro in posti diversi dall’ufficio o dalla sede dell’ente.
Attualmente i sindacati ricevono da molteplici dipendenti lettere di segnalazione sulla chiusura da parte di dirigenti e direttori sul tema smart-working. L’ufficio del personale di Palazzo Civico spiega che la vicesindaca, Michela Favaro “dovrebbe firmare e inviare una lettera di sensibilizzazione alla concessione del lavoro agile”.
Il lavoro da casa può riversare effetti sull’indotto, come bar e ristoranti che si stanno ancora rialzando dalla crisi causata dall’emergenza pandemica. La clientela diminuirebbe e probabilmente i buoni pasto non verrebbero più utilizzati come in passato.
I dati raccolti attualmente dimostrano un calo dei consumi del 50% proprio per bar e ristoranti. Tra le cause di tale calo registrato rientra proprio lo smart-working.