I Savoia fanno causa a Stato e Bankitalia per riavere i gioielli di famiglia: pronte le vie legali

La famiglia Savoia torna al centro della cronaca, questa volta non per vicende regali, ma per un contenzioso riguardante i gioielli di famiglia.
Una vicenda che vede come protagonisti lo stato italiano e Bankitalia, rei secondo la discendenza regale, di custodire i beni dei Savoia senza il loro consenso.
Una diatriba che dura da diverso tempo, e che adesso ha posto i discendenti dell’ex casa reale a chiedere un ultimatum alle istituzioni.
Gli ex reggenti dello stato italiano fanno parlare ancora di loro, a quasi vent’anni dal loro rientro in Italia dopo l’esilio del 1946, ultimo atto istituzionale di una storia che ha visto i Savoia essere la famiglia reale più longeva d’Europa.
A distanza di anni, i discendenti della nobile casata sono tornati a chiedere i preziosi cimeli dei loro avi.
I discendenti dei Savoia chiedono la restituzione dei gioielli di famiglia: i dettagli
Il caveau della Banca d’Italia custodisce nelle sue segrete i tesori della famiglia Savoia. Infatti, dopo l’esilio votato nel 1946, lo stato custodisce i cimeli degli ex re d’Italia, esiliati dopo il referendum votato dopo la seconda guerra mondiale e la nascita della prima repubblica.
Adesso, a distanza di quasi 80 anni, gli eredi della casata sabauda chiedono che i gioielli vengano restituiti ai legittimi proprietari.
La collezione vanta collier, bracciali, orecchini e diademi che vantano oltre 6700 diamanti e 2 mila perle.
Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice di Savoia hanno lanciato un ultimatum allo stato. I legali dei discendenti hanno dato alla Banca d’Italia dieci giorni per restituire ai legittimi proprietari il maltolto, salvo procedere per vie legali.
Lo stato si appella invece alla disposizione transitoria e finale numero XIII della costituzione. Oltre all’esilio, lo stato ha preso in custodia ogni bene degli ex re e di tutti i loro discendenti sul territorio italiano.
Tuttavia il nodo, stando ai Savoia, e che i gioielli non siano stati confiscati, non essendo previsti dalla disposizione del 1946.
La questione potrebbe giocarsi sullo Statuto Albertino, che sostiene che i gioielli non siano proprietà regali, ma dati in dotazione come accessorio cerimoniale.
(foto di repertorio)