Sanità

Torino, alle Molinette primo trapianto di fegato tra pazienti positivi

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Alle Molinette di Torino si è concluso con successo il primo trapianto di fegato tra pazienti positivi al Covid-19.

Ancora una volta l’ospedale torinese ha reso possibile un’operazione che nessuno aveva mai effettuato prima.

A beneficiare del trapianto è Agostino Cocco, 56enne di Rivalta con una grave forma irreversibile di cirrosi epatica, in attesa da ormai un anno di un fegato nuovo.

Una settimana fa la rianimazione di Domodossola aveva segnalato al Centro Regionale Trapianti la volontà di donare gli organi da parte dei familiari di un uomo di 47 anni deceduto per cause cerebrovascolari.

L’uomo era però risultato positivo al Covid durante il ricovero, ma grazie all’estensione del programma di donazioni di organi salvavita il trapianto era fattibile.

L’estensione permette infatti la donazione da donatori infetti a candidati negativi con ciclo vaccinale completo e con l’ultima vaccinazione ricevuta meno di 4 mesi fa.

Agostino aveva la terza dose di vaccino il 21 dicembre e il Centro trapianti di fegato di Torino ha subito accettato l’offerta dell’organo.

Torino, alle Molinette il primo trapianto di fegato tra pazienti positivi: tutti i dettagli

L’uomo era così stato sottoposto a ripetute terapie loco-regionali per ricondurre il tumore epatico multifocale all’interno dei criteri di trapiantabilità ed era risultato compatibile con il donatore.

Durante poi i tamponi naso-faringei di sorveglianza eseguiti nella fase pre-trapianto aveva sempre ottenuto esito negativo.

Quando i medici gli hanno esposto la possibilità di ricevere il fegato da un donatore positivo, Agostino ha subito dato il suo consenso, ma poche ore prima dell’intervento il suo tampone di controllo si è rivelato positivo.

Agostino però era vaccinato e così i medici hanno deciso di procedere con il trapianto.

La vaccinazione e gli anticorpi monoclonali somministrati a fine trapianto hanno permesso all’equipe di mettere il virus all’angolo e di salvare la vita del paziente.

Il dottor Renato Romagnoli ha effettuato l’intervento di trapianto durato ben 7 ore nella notte tra il 12 e 13 gennaio.

La necessità di operare con gli appositi dispositivi di protezione ha reso l’operazione ancora più difficile, ma tutto è si svolto del migliore dei modi.

Ora Agostino sta bene e non aspetta altro che essere dimesso per tornare a casa e riabbracciare la sua famiglia.

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