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Piemonte, da settembre 2021 record di dimissioni dal lavoro

Da Irene Rolando

Gennaio 07, 2022

Piemonte, da settembre 2021 record di dimissioni dal lavoro

Negli ultimi 4 mesi il Piemonte ha raggiunto un primato negativo, il record di dimissioni dal lavoro da settembre 2021.

A settembre 15 mila lavoratori piemontesi hanno scelto di assegnare le dimissioni. A ottobre altri 16 mila e la tendenza è proseguita anche nei mesi successivi.

Le lettere di dimissione hanno così superato del doppio quelle del ’19, del ’18 e del ’17. Non era mai successo prima, soprattutto mai con questa intensità.

Secondo l’Agenzia Piemonte Lavoro da inizio anno quelli che hanno lasciato il lavoro superano le 110 mila unità. Più del 5% della forza lavoro.

Così si è arrivati al paradosso: in autunno si pensava che la fine del blocco dei licenziamenti avrebbe causato danni inimmaginabili.

Invece ora sorprendentemente coloro che lasciano il posto fisso superano le cessazioni di contratti a tempo determinato.

Sembra così che i lavoratori non si adattino più al ritorno alla normalità dopo quasi due anni di smart working.

I motivi del licenziamento sono essenzialmente il bisogno di flessibilità, il riconoscimento, la crescita di carriera e diversificazione.

Comunque, all’interno delle statistiche per dimissione volontarie pesano gli incentivi all’esodo.

Senza dimenticare i giovani: il loro obiettivo non è più avere un posto fisso, ma guardano gli obiettivi e l’eticità aziendale.

Piemonte, record di dimissioni del lavoro da settembre 2021: tutti i dettagli

In Piemonte mancano ancora i dati sul tasso di ricollocamento, ma quello delle altre regioni fa ben sperare.

In Veneto, altra regione in cui le dimissioni hanno numeri da record, il tasso di ricollocazione entro 30 giorni è superiore al 55%. Il doppio del periodo precrisi.

Così l’occupazione sembra essere riuscita a ripartire. E anche i dati Istat lo dimostrano: 505 mila posti in più nel terzo trimestre 2021 rispetto al 2020.

Ci sono anche economisti che interpretano il record negativo piemontese come un segnale di forza del mercato, che avrebbe ritrovato infatti il suo dinamismo.

Inoltre, la ricerca di lavori spingerebbe in alto le competenze. Anche se l’ondata di dimissioni in Italia è cominciata molto più tardi rispetto all’America, sembrerebbe dunque una buona notizia per il mercato.

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